Neonato muore dopo il parto La famiglia fa causa all’ospedale

Il dramma nel reparto di Ostetricia del Ca’ Foncello. Il bambino era nato allo scoccare dei nove mesi Pochi giorni più tardi la complicazione e il decesso. Il giudice nomina un perito per gettar luce sul caso
TOME' TREVISO INAUGURAZIONE PRONTO SOCCORSO E VIABILITA' agenzia fotografica fotofilm
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La morte di un neonato al Ca’ Foncello finisce in tribunale. A distanza di tre anni dal decesso, i genitori e i nonni del bimbo, nato vivo e deceduto nell’arco di pochi giorni all’ospedale, oggi vogliono che si faccia luce sull’accaduto e che tutto quel dolore venga risarcito. Con questo intento, la famiglia del neonato si è rivolta alla magistratura chiedendo che il tribunale stabilisca se ci sia stata o meno una responsabilità medica nell’operato degli specialisti che hanno seguito il bambino ricoverato al Ca’ Foncello. Il giudice ha già affidato l’incarico a un consulente tecnico d’ufficio. Dopo il dramma quindi M.D. e F.G., rispettivamente mamma e papà del bambino, e P.D., M.C., A.G. e G.D.V.P. i quattro nonni del neonato (anch’essi legittimati a formulare il ricorso), chiedono oggi che sia fatta chiarezza sulla vicenda che ha portato tre anni fa, dopo il parto, alla morte del loro piccolo.

Prime battute di una battaglia legale che, nel caso venissero confermate le «asserite errate cure» prestate nei confronti del piccolo paziente, potrebbe tradursi in sede civile nel risarcimento economico del danno subìto dai parenti per il decesso del bambino. Sarà l’accertamento tecnico a quantificare l’ammontare dell’eventuale somma dovuta ai familiari di P.G. e, se la conciliazione non andrà a buon fine, si proseguirà con una causa, questa volta davanti a un giudice. L’episodio che vede familiari contro Usl 9 risale al 22 agosto del 2011, data a partire dalla quale i parenti del neonato chiedono che venga accertato l’operato dei medici trevigiani che hanno seguito il ricovero. Il piccolo è nato vivo, con un parto avvenuto regolarmente al termine dei nove mesi di gravidanza. La mamma, M.D., ha dato alla luce P.G. nel reparto di Ginecologia e Ostetricia del Ca’ Foncello, poi, di lì a qualche giorno, si è consumata la tragedia. Ancora ricoverato il neonato è morto, gettando nello sconforto genitori e nonni. Ora spetterà al Ctu (consulente tecnico d'ufficio), figura nominata dal tribunale trevigiano in seguito al ricorso della famiglia, accertare se siano stati compiuti degli errori nel percorso clinico e diagnostico oggetto della lite. Sarà un collegio composto da medici legali, ginecologi, dai consulenti dei genitori e dell’Usl 9, a verificare la dinamica del caso. Si entrerà nel cuore della questione, per verificare se ci sia un nesso tra cure e morte e, se sia stata una qualche omissione dei medici a essere causa o concausa del decesso. La risposta arriverà solo al termine delle cosiddette operazioni peritali. Si andranno ad analizzare le cartelle cliniche, gli esami e tutti gli accertamenti compiuti sul bambino e sulla mamma nel periodo della gestazione. Si accerterà l’operato del personale durante il travaglio e subito dopo il parto. Insomma, si cercherà di capire cosa sia successo nello specifico durante quelle settimane di fine agosto 2011.

Al termine delle operazioni peritali si stabilirà se ci sia stata oppure no una colpa da parte dei medici dell’ Usl 9. Solo allora sarà possibile quantificare l’eventuale risarcimento per la morte neonatale. Al momento, come testimonia una delibera dell’Usl 9 pubblicata in questi giorni, all’azienda sanitaria trevigiana è stato notificato l’atto del ricorso per la consulenza tecnica preventiva. L’avviso è arrivato alla direzione della struttura sanitaria lo scorso 9 luglio, poco dopo, il 17 dello stesso mese, l’azienda sanitaria ha conferito all’avvocato Giampaolo Miotto l’incarico di rappresentare e difendere i suoi interessi nel procedimento.

Il caso di P.G. appartiene a quei rari esempi di morte neonatale. Ogni anno al Ca’ Foncello vengono seguiti più di 2.500 parti. La quasi totalità di questi finisce nel migliore dei modi per mamme e nascituri: solo uno 0,6 per mille circa di questi si conclude con una morte neonatale. Un dato in linea con la casistica nazionale, una percentuale quindi bassissima, a fronte di un numero enorme di travagli eseguiti egregiamente.

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