Negozi, raffica di chiusure: aprono banche

La congiuntura economica mette in ginocchio i negozianti trevigiani. Un gran numero di esercizi del centro storico ha chiuso i battenti e altrettanti si preparano a farlo, piegati dai costi eccessivi...
FRIGO TREVISO NEGOZI CHIUSI IN CITTA', IN FOTO L'ENOTECA IN P. SAN VITO agenzia fotografica fotofilm
FRIGO TREVISO NEGOZI CHIUSI IN CITTA', IN FOTO L'ENOTECA IN P. SAN VITO agenzia fotografica fotofilm

La congiuntura economica mette in ginocchio i negozianti trevigiani. Un gran numero di esercizi del centro storico ha chiuso i battenti e altrettanti si preparano a farlo, piegati dai costi eccessivi di affitti e parcheggi e dalla sempre minore affluenza di clienti.

Via Martiri della Libertà è un esempio emblematico. Nell’ultimo anno in questa arteria centrale e nelle strade attigue avevano fatto capolino alcuni negozi nuovi. “Augusto Cuomo” al civico20, aperto soltanto lo scorso maggio, “3 Chic” (luglio 2010) e “JOD” (dicembre 2010) nella perpendicolare via Santa Margherita, sono alcuni degli ultimi arrivi che potevano lasciar presagire l’avvento di una stagione nuova per il commercio cittadino, capace di spazzare via gli strascichi negativi del biennio appena trascorso. Le cose sembrano invece andare diversamente. Ora una serie di negozi cesserà di lavorare. Alcuni di questi facevano parte dei recentissimi innesti: è il caso di “Bella Dentro Italia” di Michela Maisano, avviato solo a maggio del 2010 ma già pronto a una grande svendita di liquidazione totale; ma si apprestano alla chiusura anche diversi negozi storici, entrati ormai di diritto nella geografia cittadina, i riferimento per generazioni di acquirenti: se da qualche tempo si nota, per le sue dimensioni e per la posizione d’angolo particolarmente felice che occupava, l’assenza del negozio “Blunauta” all’incrocio con Via Indipendenza. Lì sta aprendo Veneto banca, ennesima filiale di un istituto di credito,

A breve scompariranno altre insegne di spicco: il rivenditore di tappeti “Tabriz Carpet”, quello di vestiario “Rubinacci” e il negozio di abbigliamento da montagna “Mountain Adventures”, davanti al quale era stato costretto a chiudere, solo duenmesi fa, il bar “I vitelloni”. I negozianti della zona, preoccupati e delusi, non hanno dubbi: la colpa è dell’amministrazione comunale. «Vogliono far morire la città – accusa Paola Moro, responsabile di “Noi Donne”, altro negozio di Via Martiri – Hanno spostato fuori dal centro tutte le istituzioni che attiravano la gente. Non si rendono conto del danno che ci procurano? E poi organizzano manifestazioni che paralizzano il centro, come quella per la Protezione Civile, e di sabato pomeriggio poi...».

Elena Sbrojavacca

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso