«Myair, così truccarono i bilanci»

Due trevigiani nei guai per il crac da 220 milioni del Gruppo Flyholding a cui faceva capo la compagnia aerea low cost Myair. Si tratta del manager Dino Fiorindo, 52 anni, residente in città e del commercialista Alberto Rossolini, 46 anni, abitante a Carbonera, con studio in viale della Repubblica: la Procura di Vicenza, che lo scorso febbraio ha chiuso le indagini sul maxi-fallimento, si prepara ora a chiedere il processo in relazione agli incarichi di vertice e di controllo ricoperti dai due in alcune delle società del gruppo. Più precisamente: il primo è stato amministratore unico della Mygo srl tra il 2004 e il 2007 nonché consigliere e amministratore delegato della Triskel srl tra il 2005 e il 2006; il secondo ha rivestito il ruolo di sindaco in Flyholding, Myair, Myway e Triskel, in periodi diversi tra il 2006 e il 2009.
Al centro dell’inchiesta della magistratura berica, dunque, le attività e i bilanci delle aziende del gruppo e la loro rovinosa caduta. Tra queste figura Mygo, nata nel 2004 e dichiarata fallita sei anni più tardi, con una voragine di 2 milioni e mezzo di euro. Fiorindo, insieme agli altri amministratori, è accusato di aver contribuito a dissiparne il patrimonio sociale. Come? Conferendo in Mygo un ramo d’azienda della Triskel totalmente privo di valore; in questo modo la società di sarebbe accollata debiti per 2 milioni di euro senza avere in cambio alcun beneficio. Il vero scopo dell’operazione, ritengono gli inquirenti, era quello di camuffare lo stato di insolvenza che caratterizzava entrambe le società. Il tutto attraverso la costruzione di un bilancio fasullo. A seguito dell’acquisizione, infatti, Mygo avrebbe inserito in contabilità immobilizzazioni immateriali per 4 milioni 942 mila euro, mentre Triskel avrebbe registrato una plusvalenza di 5 milioni di euro.
Ma non basta: malgrado la mancanza di liquidità, Mygo avrebbe rimborsato 15 mila euro alla famiglia Soddu (a capo dell’intero gruppo) determinando in tal modo un pagamento preferenziale; avrebbe inoltre continuato a chiedere prestiti a banche e a fornitori aggravando via-via il debito. La negatività della situazione, sostengono gli inquirenti, avrebbe dovuto spingere gli amministratori a chiedere il fallimento della società, in stato di insolvenza fin dal febbraio 2006. Cosa che invece è avvenuta dopo 4 anni.
Estese alle diverse società del gruppo, invece, le presunte responsabilità di Alberto Rossolini che, appunto, aveva funzioni di controllo nell’ambito delle stesse. Più precisamente gli inquirenti gli contestano una serie di violazioni: irregolare tenuta della contabilità, falsi in bilancio, ricorso abusivi al credito e omessa richiesta di fallimento di Myair, Myway e Myholding.
Fiorindo, difeso dall’avvocato Stefano Pietrobon e Rossolini dall’avvocato Tedoldi, hanno presentato alla Procura di Vicenza le memorie con la loro verità sui fatti respingendo le accuse legate ai contestati reati fallimentari e più in generale alla mala gestio del Gruppo Flyholding.
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