Muro di Ca’ del Poggio, esproprio regolare

Il tribunale condanna l’ex consigliere Graziano Accomando a pagare oltre 10mila euro di spese legali

CONEGLIANO. Aveva chiesto un risarcimento di oltre 230 mila euro per i suoi terreni espropriati in occasione della creazione del "Muro di Ca' del Poggio", la salita di via dei Pascoli a San Pietro di Feletto teatro di diverse tappe del Giro d'Italia. Il Tribunale di Treviso, con sentenza di venerdì 18 marzo, ha dato ragione al Comune di San Pietro di Feletto, ponendo fine a una lunga vertenza giudiziaria che ha visto per protagonista l'ex consigliere comunale di opposizione Graziano Accomando, costretto a dimettersi nel 2014 tra le polemiche proprio a causa di questa pendenza. Accomando e signora, proprietari del terreno a ridosso della parte finale di via dei Pascoli, vicino al centro storico di San Pietro, avevano sempre giudicato irrisoria l'offerta di indennizzo avanzata dal Comune (inizialmente di 4mila euro, saliti poi a 8mila nell'ultimo tentativo di conciliazione), per quello spazio "rosicchiato" alla loro proprietà al fine di allargare e sistemare la strada. Si sarebbe trattato di occupazione illegittima, quindi, in uno dei luoghi più belli delle colline del Felettano, con una vista mozzafiato dalle Prealpi alla pianura. Non solo: secondo i coniugi Accomando, quei lavori avrebbero causato danni strutturali alla loro proprietà, e per questo avevano chiesto un risarcimento di 230mila euro. «Il Comune, pur ritenendo doveroso ristorare i cittadini dei pregiudizi subiti a fronte della realizzazione dall'opera pubblica, ha mirato a tutelare il pubblico interesse opponendosi a non giustificati esborsi, e proponendo un congruo importo anche al fine di evitare il giudizio civile e le relative spese» spiega oggi l'avvocato del Comune, Diego Signor. «Il rifiuto della proposta del Comune da parte dei privati ha portato a un lungo contenzioso giudiziale conclusosi con la sentenza di venerdì, che ha ridotto a 5.220,24 euro la somma spettante ai privati», cifra inferiore agli ottomila euro proposti dal sindaco di San Pietro, Loris Dalto, e con “l'aggravante” della condanna del privato al pagamento delle spese legali, per oltre 10mila euro. «La sentenza riconosce la correttezza dell'operato dell'amministrazione comunale, la piena legittimità degli atti adottati e la congruità della somme che l'ente ha riconosciuto, nella vicenda, ai privati espropriati» commenta ancora l’avvocato Diego Signor. A Graziano Accomando, oggi ancora fuori dal consiglio comunale, resta la possibilità del ricorso in Appello contro la sentenza di primo grado.(a.d.p.)

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