Motta, si rifà il test della Tbc per 400

MOTTA DI LIVENZA. L'epidemia di tubercolosi scoppiata a Motta lo scorso marzo è un caso unico in Italia. Imponenti le misure sanitarie adottate all'epoca per arginare il focolaio, oggi parte il richiamo massiccio di tutti i 400 soggetti che hanno avuto a che fare con la maestra malata di Tbc, che insegnava alla scuola elementare di Motta e che ha propagato il batterio tubercolare per un totale di 10 persone contagiate: 8 bambini e 2 insegnanti. Con questa nuova tornata di controlli, prevista dai protocolli clinici internazionali, salgono a quota 1.181 i test tubercolari eseguiti nel Mottense negli ultimi due mesi, dato che non ha precedenti.
IL TEST
Tutti i 400 alunni della primaria, risultati negativi alla Tbc, verranno sottoposti tra oggi e domani alla ripetizione del test di Mantoux: uno screening cutaneo che consente di rilevare la presenza dell'infezione tubercolare latente in base alla reazione provocata da un antigene purificato iniettato sull'avambraccio. L'esito delle profilassi sarà disponibile tra un paio di giorni e nel caso di situazioni sospette si procederà come nella prima tornata di esami a sottoporre i pazienti a ulteriori accertamenti diagnostici. Come previsto dalle linee guida internazionali è infatti necessario ripetere il test Mantoux a distanza di due mesi per essere sicuri che il bacillo tubercolare non sia comunque presente in modo dormiente nell'organismo.
«IN FONDO AL TUNNEL»
«Se le positività, come auspichiamo, saranno poche, saremo vicino alla luce in fondo al tunnel» sottolinea il dottor Sandro Cinquetti, direttore del dipartimento di Igiene e Sanità Pubblica dell'Usl 2 che dall'inizio dell'epidemia sta coordinando la task force di medici, epidemiologi, microbiologi e pediatri impegnati a seguire le attività di prevenzione, diagnosi e terapia. «Abbiamo agito fin dal primo momento con il massimo scrupolo» ha ribadito più volte il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi «mettendo in campo una squadra di specialisti di prim'ordine e seguendo tutti i protocolli per indagare con ogni attenzione tutte le persone che sono venute a contatto con la maestra che ha veicolato la tbc».
LA CRONISTORIA
Tutto ha avuto inizio il 5 marzo quando viene diagnosticato il primo caso di tubercolosi nella scuola elementare di Motta. Si tratta di un bambino, il pediatra riconosce la malattia e viene avviata la profilassi. Ma fin da subito i medici escludono che possa essere lui la fonte primaria dell'infezione. Vengono avviati i controlli su familiari, compagni di classe e insegnanti del piccolo. L'11 marzo, grazie allo screening, viene individuata la maestra “caso indice” che per prima ha sviluppato la malattia. Lo stadio avanzato dell'infezione e l'alto livello di contagiosità della donna mettono in evidenza una situazione eccezionale. I controlli vengono estesi a tappeto e il 9 aprile sono sottoposti a Mantoux anche i 100 alunni di seconda media che hanno avuto a che fare con la maestra “caso indice" nell'anno scolastico 2017/2018. Il totale è di 781 Mantoux eseguite. Al termine delle verifiche risultano 51 soggetti positivi: i 10 casi di tbc conclamata sono stati avviati a terapia multifarmaco, i 37 pazienti sospetti a chemio-profilassi preventiva. Con la tornata di controlli che prende il via oggi su tutti i soggetti risultati negativi alla Mantoux in prima istanza l'Usl numero 2 firma un'operazione che fa scuola a livello nazionale.
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