Motta di Livenza, Anzanello accusato di estorsione: «Cessione legale, carte a posto»

Indagato il presidente di Federsolidarietà, in ballo un passaggio di quote. Gli atti da Potenza a Treviso, il reato si ipotizza sia stato commesso a Motta 
Il palazzo di giustizia di Treviso
Il palazzo di giustizia di Treviso

MOTTA DI LIVENZA. È certo che sarà archiviata come le precedenti, il presidente di Federsolidarietà confcooperative Belluno e Treviso, Eugenio Anzanello, l’indagine che lo vedrebbe accusato di estorsione e che è stata portata da Potenza a Treviso nei giorni scorsi. Anzanello, ricordiamo, è anche a capo della cooperativa sociale Madonna dei Miracoli, attiva nell’universo della disabilità a Motta di Livenza.

L’inchiesta originaria è stata avviata dalla Procura di Potenza, che l’avrebbe archiviata in passato, e riguarda il fallimento della società Identity Formation. Una società – come spiega lo stesso Anzanello senza problemi – che faceva formazione e di cui era socia la cooperativa, assieme anche a Leonardo Tullio.

«Nel 2017 abbiamo deciso che non volevamo più star dentro alla società» spiega Anzanello «così abbiamo deciso di venderla. E abbiamo fatto le cose come si deve, andando da un avvocato, seguendo la trafila, rivolgendoci ad un notaio".

"Tutto documentato. Il nostro ex socio l’ha acquistata, nessuno l’ha obbligato, noi glie la abbiamo venduta. Un passaggio classico di quote di società. Successivamente lui ha formato altre società, poi è fallito e adesso addossa la colpa a noi, ma non c’è nulla di irregolare, come sarà dimostrato». Prosegue: «Ci sarà molto probabilmente un rigetto, sono certo che l’indagine sarà archiviata come già avvenuto per altre denunce che Tullio ci ha fatto, ha già perso in diversi gradi di giudizio con la cooperativa».

Le carte dell’indagine di Potenza, oggi sono arrivate alla pm Valeria Peruzzo. Ma secondo il presidente di Federsolidarietà, si tratta solo di un trasferimento di deafult, perché l’ipotetico reato si sarebbe realizzato in provincia di Treviso. «Ho appena ricevuto la comunicazione, sono certo che l’indagine verrà archiviata perché non ci sono aspetti illegali nella cessione che, ripeto, è avvenuta a norma di legge. Abbiamo la documentazione in cui perfezioniamo gli accordi, abbiamo vinto finora ogni causa, è stata una semplice vendita di una quota di una società che per noi è fatta in modo regolare».

Dove starebbe l’estorsione? «L’unica parola da utilizzare è compravendita di quote, una cosa o va o non va e per noi in quel momento non ne valeva più la pena». —

M.A.


 

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