Moriago, insulti razzisti alla laureata marocchina: «Delusa, vivo qui da quando sono nata»

MORIAGO. «Stavamo discutendo normalmente su questioni personali. Poi, quando ho accennato alle mie origini marocchine, sono stata presa in giro, umiliata ed insultata pesantemente». La 22enne Sophia Hassani è una ragazza come tante, italiana di seconda generazione che dopo essersi diplomata a pieni voti al liceo scientifico di Valdobbiadene si è appena laureata in infermieristica all’Università di Padova, ed ora si appresta a frequentare un Master all’Università di Bologna. Una carriera universitaria di cui va molto fiera.
VOLONTARIA ATTIVA
Il padre, trasferitosi dal Marocco, giunse nei primi Anni ’90 nella Marca Trevigiana, e da allora ha sempre lavorato come tappezziere in un’azienda di Moriago della Battaglia, dove la famiglia risiede e si è ben integrata con la realtà veneta. Sophia infatti, è una ragazza dinamica, che da anni si impegna all’interno delle associazioni di volontariato locali e come mediatore culturale per le varie istituzioni tra cui quella pievigina. Partecipa anche all'organizzazione della rassegna promossa dal Comune “Terra Mia” per i rapporti Italia/Marocco.
L’UMILIAZIONE
«Purtroppo qualche giorno fa sono stata vittima di un episodio di razzismo che non mi era mai accaduto prima in 22 anni di vita – racconta Sophia – non voglio specificare i dettagli dell’accaduto né il mio interlocutore per tutelare me e la mia famiglia. Stavo parlando con quest’individuo di questioni personali. Quando ho accennato alle mie origini marocchine, l’uomo ha radicalmente cambiato il modo di porsi nei miei confronti: insulti pesanti, riferiti al mio essere marocchina d’origine. Poi mi ha preso in giro e ha cambiato il tono di voce parlandomi lentamente e chiedendomi se, essendo extracomunitaria, fossi in grado di capire l’italiano». Prosegue la ragazza nel suo sfogo: «L’ho trovato un gesto di una cattiveria estrema che mi ha ferito molto, senza alcun senso, non conoscendo tra l’altro la persona che aveva di fronte. Un gesto di un’ignoranza ingiustificata, dettato dall'inconsapevolezza e molto triste: non oso pensare, se a me ha rivolto certi epiteti, quale sia l’opinione di questo personaggio nei confronti di chi non ha avuto la possibilità di fare il mio stesso percorso di studi».
L’APPELLO
«Il mio messaggio – conclude la 22enne – non vuole avere un tono polemico, ma semplicemente far aprire le coscienze. È stato un caso singolo, di una mina vagante, per mia fortuna, in quanto posso dire con certezza che i veneti non sono razzisti, ma rispettano gli stranieri che vivono seguendo le regole e che vogliono realmente integrarsi nel tessuto sociale in cui vivono e di cui io faccio parte». La ragazza è quindi tutt’altro che intenzionata a far cessare il proprio apporto di energie e di idee alle numerose attività di volontariato che la vedono impegnata. Una vicenda che però ha fatto molto discutere e su cui si è espresso, condannando apertamente l’episodio, anche l’assessore alla sicurezza di Pieve di Soligo nonché papà della rassegna culturale in materia di integrazione tra i popoli “Terra Mia”, Roberto Menegon. Che certo non le manda a dire.
MENEGON SOLIDALE
«Purtroppo capita di incontrare l’ignorante di turno – dice Menegon – dobbiamo dare questa situazione per superata. Sono questioni sociali e culturali che fortunatamente stanno sparendo, grazie anche all’apporto di ragazze e ragazzi italiani, come nel caso di Sophia, di seconda generazione, che sono fondamentali a questo processo. Dispiace per quanto le è successo. Esistono soggetti predisposti all'ignoranza: se pensiamo che il Dna veneto è probabilmente uno dei più ricchi al mondo, in quanto le nostre terre sono state conquistate da diversi popoli, basta per capire che certi discorsi, concetti ideologici, trovano davvero il tempo che trovano». La rassegna “Terra Mia” del resto ha proprio l’obiettivo di migliorare il dialogo tra i Paesi e le etnìe, con riflessioni sul piano culturale e anche iniziative commerciali.
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