Montebelluna: Rossignol, allarme esuberi, vertice a Unindustria

MONTEBELLUNA. Potrebbero decidersi stamattina i destini di 120 lavoratori della Rossignol Lange di Montebelluna. L’appuntamento fissato per oggi alle 9 nella sede di Unindustria Treviso dovrà mettere la parola fine su una trattativa che ha reso caldissima l’estate dello storico marchio di via San Gaetano, specializzato nella produzione di scarponi e accessori per lo sci e di proprietà di un gruppo francese. Se non si arriverà a un accordo, le forze sociali hanno già paventato la possibilità di indire lo stato di agitazione.
I protagonisti sono ancora piuttosto distanti. Unindustria cercherà una difficile mediazione, ma di certo uno tra Rossignol e il sindacato dovrà fare un passo indietro importante. Da una parte, la richiesta di lavoratori e forze sociali di ritoccare verso l’alto quel premio produzione che nella multinazionale francese è fermo da otto anni, assieme a una serie di richieste per quanto riguarda nuove forme di welfare e indennità dovute alla flessibilità. Dall’altra, la possibilità (minaccia, secondo i sindacati) ventilata dai vertici italiani dell’azienda di trasferire all’estero la produzione di Montebelluna, nel caso si aumenti il costo del lavoro. «Qualcuno non sta rispettando i patti», spiega Gianni Boato, Femca Cisl Belluno Treviso, «è sempre stato detto che a Montebelluna i francesi avrebbero mantenuto la produzione di almeno 40 mila paia di scarponi da sci. Ora succede che noi chiediamo un legittimo ritocco dei premi, e ci sentiamo rispondere che “non esiste aggiungere peso al costo del lavoro, o i francesi ci portano via Montebelluna”. Non ci siamo proprio».
L’incontro di oggi segue una serie di schermaglie, anche a mezzo stampa, che hanno messo l’azienda contro Boato e il suo omologo in Filctem Cgil, Massimo Messina. «Dall’inizio della vertenza a oggi le bocce sono rimaste ferme», spiega ancora Boato, «se oggi non risolviamo qualcosa, ci sarà lo stato di agitazione». Per i lavoratori le recenti dichiarazioni dei vertici italiani di Rossignol, a proposito di quanto preziose siano le «competenze artigianali» dei dipendenti di Montebelluna, oggi suonano come una beffa. «La produzione nel 2017 è aumentata e la qualità stabile della manifattura è garantita dall’eccellenza dei lavoratori, come ha spiegato la stessa azienda» ha ribadito anche Massimo Messina, «ecco perché un aumento del premio di risultato secondo noi è del tutto legittimo».
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