Raduno alpino a Montebelluna, la sfilata di 1500 penne nere

Ad accogliere in corso Mazzini gli alpini tanta gente, che ha applaudito i vari interventi, tutti indirizzati a sottolineare il ruolo che l’associazione riveste nella vita delle comunità e l’esempio che rappresenta

Enzo Favero
La sfilata a Montebelluna
La sfilata a Montebelluna

 

Un lunghissimo corteo di penne nere è sfilato ieri per le strade della città in occasione del raduno della sezione Ana di Treviso toccata al capoluogo montelliano in occasione del centenario della costruzione del più piccolo Ossario italiano: quello di S. Lucia sul Montello.

D’altra parte proprio due montebellunesi, Augusto e Guido Serena, nel 1921 avevano dato vita alla sezione alpini di Treviso.

La partenza dal Meve

Ieri in città erano 1.500 le penne nere per il raduno organizzato dai due gruppi di Montebelluna e Biadene. Si sono ritrovati al MeVe e da lì hanno sfilato fino al Monumento ai Caduti, in centro storico, accompagnati da due bande musicali e da tanti rappresentanti delle istituzioni: c’erano l’assessore regionale Federico Caner, i consiglieri regionali Marzio Favero e Alberto Villanova; la Provincia era rappresentata da Claudio Sartor, tanti poi i sindaci giunti dai vari Comuni della Marca con la fascia tricolore al petto.

Davanti a tutti gli striscioni e i gonfaloni della Regione Veneto e dei Comuni di Treviso e Montebelluna e ancora i gagliardetti dei tanti gruppi alpini trevigiani che hanno partecipato al raduno sezionale.

C’era anche una rappresentanza di Oratino, il Comune molisano dove tanti montebellunesi erano sfollati quando il fronte della Grande Guerra era giunto sul Montello.

La pace e la memoria

Gli alpini in servizio erano rappresentanti dal generale di corpo d’armata Antonello Vespaziani e dal tenente colonnello Alessandro Mondin del 7° alpini di Belluno, reggimento a cui Montebelluna ha conferito in passato la cittadinanza onoraria, e dal picchetto d’onore.

Ad accogliere in corso Mazzini gli alpini tanta gente, che ha formato due ali per le penne nere trevigiane e ha applaudito i vari interventi, tutti indirizzati a sottolineare il ruolo che l’associazione riveste nella vita delle comunità e l’esempio che rappresenta.

«La funzione degli alpini non è solo quella di ricordare la storia delle nostre comunità» ha detto il presidente della sezione di Treviso, Franco Giacomin, «ma anche di rafforzare la memoria affinché i valori di solidarietà, senso di appartenenza, rispetto reciproco possano continuare a vivere nelle generazioni future».

«Oltre al ricordo di chi ci ha preceduto» ha sottolineato poi il consigliere nazionale dell’associazione alpini, Daniele Bassetto, «guardiamo al futuro. Gli alpini come esercito sono presenti nel mondo a portare la pace e siamo presenti in Italia a portare aiuto alle popolazioni che ne hanno bisogno». Ha voluto citare anche i campi scuola organizzati dagli alpini, che hanno visto la partecipazione di migliaia di ragazzi.

Ora a oderzo

La gratitudine a quanto fanno gli alpini l’ha espressa il sindaco di Montebelluna Adalberto Bordin. «In questi tre giorni è emerso quel senso di memoria, di identità, di solidarietà verso il prossimo di cui gli alpini sono custodi». Alle autorità è stata consegnata anche una scultura che rappresentava le Dolomiti, il Montello, il Piave, l’Ossario di S. Lucia e recava 38 stelle a ricordo dei caduti le cui spoglie sono sepolte nell’Ossario. Alla fine il passaggio della stecca: da Montebelluna ad Oderzo. 

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