Molinetto, non c’è la parola fine «La causa civile andrà avanti»

I familiari di Luciano Stella, una delle vittime del Lierza, chiedono giustizia L’avvocato Gazzola sulle perizie: «Non ci fu imprudenza da parte delle vittime»
Il torrente Lierza a Refrontolo (Treviso) dopo l'esondazione a causa del nubifragio, 03 agosto 2014..ANSA/ANDREA MEROLA
Il torrente Lierza a Refrontolo (Treviso) dopo l'esondazione a causa del nubifragio, 03 agosto 2014..ANSA/ANDREA MEROLA

REFRONTOLO

«Le motivazioni della Corte d’Appello, dal punto di vista morale, dispiacciono perché le vittime vengono quasi ritenute causa della loro stessa morte. La sentenza penale, comunque, non ha alcun rilievo giuridico per quanto concerne la causa civile in cui, sono fiducioso, verranno riconosciute le ragioni dei miei assistiti».

«MOTIVAZIONI CHE DISPIACCIONO»

Sono queste le parole dell’avvocato Luciano Gazzola del foro di Treviso e rappresentante della famiglia di Luciano Stella, una delle quattro vittime nella tragica notte del 2 agosto 2014 al Molinetto della Croda. Hanno fatto discutere le motivazioni che hanno portato all’assoluzione in sede penale di Annalisa Romitelli (architetto, responsabile dell'ufficio tecnico per il comune di Refrontolo all’epoca dei fatti), dell’architetto Leopoldo Saccon e del geologo Celeste Granziera, tecnici e consulenti nella stesura del Pat comunale.

«BATTAGLIA PER LA GIUSTIZIA»

La famiglia del gommista 53enne di Pieve di Soligo, nonostante l'esito del processo penale, sta portando avanti una causa civile contro il comune di Refrontolo ed il direttivo della Pro Loco all'epoca dei fatti, con la richiesta di un risarcimento a sei zeri, da ben 2 milioni di euro.

«LE PERIZIE SONO FAVOREVOLI»

Secondo quanto riportato dal loro legale infatti, due perizie su tre evidenziano come la tragedia del 2 agosto 2014 fosse evitabile e non vi sia stata imprudenza da parte dei partecipanti alla "Festa dei Omi". «L’ultima udienza, e poi la sentenza civile, ci saranno nel gennaio 2021 - aggiunge il legale della famiglia Stella, Luciano Gazzola - se ripercorriamo anche la storia dal punto di vista delle perizie, va detto che la prima, richiesta dal Pubblico Ministero al professor Todini, un’esperto riconosciuto a livello internazionale, aveva riconosciuto le responsabilità per l'accaduto di Comune e Pro Loco. Solo successivamente, in fase di processo penale, il giudice si è avvalso della perizia dell’esperto Luca Ferraris che ha ribaltato la situazione ed ha portato alla sentenza di assoluzione. Mentre ora, il filone civile adotta quella dell’ingegner Lanfranco Tesser che riafferma i dati tecnici dell’ingegner Todini: analizzando solo questo dobbiamo riconoscere che la maggioranza dei tecnici coinvolti ha ritenuto che ci fossero a disposizione tutte le informazioni necessarie per poter prevenire la tragedia. Per questo sono fiducioso sull'esito del procedimento a favore dei miei assistiti. Non si può dunque parlare di imprudenza da parte delle vittime e di chi era presente quella sera» conclude l'avvocato.

SINDACO E VOLONTARI

Diverse, su questo argomento, invece le opinioni di Mauro Canal, attuale sindaco di Refrontolo, e di Giovanni Follador, presidente regionale dell'Unpli. «Continuo a sostenere che quella sera, si sia verificato un evento che nessuno avrebbe potuto prevedere» dice il primo cittadino, che non addossa responsabilità né alle vittime della tragedia né agli organizzatori di quella festa conclusa tragicamente.

E sulla stessa linea sono anche i volontari delle Pro loco: «Spero vivamente che sarà esclusa la responsabilità degli imputati anche nella causa in sede civile - afferma Giovanni Follador - certo, dispiace per chi non c'è più, ma bisogna capire che a volte l'ineluttabile esiste, e davvero non ci possono essere dei colpevoli in vicende come questa». —

RICCARDO MAZZERO

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