Milano celebra Ennio Brion icona del design

I progetti da Carlo Scarpa a Ettor Sottsass dell’azienda asolana che inventò il «Cubo»

di Davide Nordio

«Tu hai dentro il sacro fuoco dell’architettura, ragazzo mio». Era un afoso pomeriggio di un luglio degli anni ’60 alla Triennale di Milano, quando un grande architetto espresse il lusinghiero giudizio ad uno studente asolano. Le opere del maestro erano già nei libri di architettura contemporanea; il giovane di lì a poco avrebbe preso in mano le redini di una azienda che ha fatto la storia del design. I loro destini si incrociarono più e più volte e, alla fine, entrambi finirono celebrati nei libri di storia dell’arte, con quella che oggi è una delle opere contemporanee più note al mondo e la più visitata della Marca.L’architetto era Carlo Scarpa, lo studente era (anzi è) Ennio Brion, figlio del fondatore della fabbrica di radio-tv Brionvega ad Asolo, a cui fece compiere una svolta epocale, coniugando la tecnologia con un ricercato design che fa ancora scuola. L’opera è la Tomba Brion a San Vito di Altivole. A Ennio Brion lo Spazio FMG Per l’Architettura di Milano dedica una mostra per certi versi rivoluzionaria: l’attenzione non è infatti rivolta all’artista, bensì alla committenza illuminata che consente all’artista di esprimere il meglio di sè. Attenzione: non ai mecenati. Le due figure possono anche convivere nella stessa persona, ma il committente non si limita a finanziare. Dà indicazioni precise per realizzare qualcosa di bello, ma anche di funzionale. L’attenzione della mostra si concentra, principalmente, su quattro complessi commissionati da Brion, di cui due si trovano nell’Asolano. Oltre alla già citata Tomba Brion di Carlo Scarpa, c’è lo Stabilimento Brionvega ideato da Marco Zanuso . «Una tale attenzione non può che fare piacere – commenta Ennio Brion – ma non certo perchè si rivolge a me, quanto perchè viene valorizzata la capacità di fare cose belle scegliendo gli artisti in base alle loro inclinazioni e traendo, quindi, il meglio di loro stessi. Perchè non basta scegliere il nome di grido. Sarebbe stato impensabile e innaturale, ad esempio, affidare la Fabbrica Brionvega ad un poeta come Carlo Scarpa o viceversa far progettare la Tomba Brion ad un illuminista come Marco Zanuso».

Sta qui la genialità del committente, che oggi purtroppo pare essere merce rara, a parte qualche eccezione: «La crisi dell’architettura – continua Brion – è conseguente alla crisi della committenza, che non pare curarsi dell’estetica e del contesto paesaggistico». Ma spesso anche della funzionalità. Invece ,con Brion, l’una cosa era conseguente all’altra «come nelle architetture di Ivrea commissionate da Adriano Olivetti, da cui tutti abbiamo imparato». La ricerca di un contesto armonioso è evidente nella Tomba Brion, dal quale rimane lontano il pensiero alla morte, pur essendo un luogo di sepoltura: «Mi fa molto piacere che venga apprezzata sempre di più e da tutti: quello di Scarpa è un viaggio nello spirito e la gente sa cogliere questa magia». Ma anche nello Stabilimento Brionvega che, seppur moderno, si assorbe nel paesaggio naturale circostante.E, rispetto a questa Ennio Brion esprime una suo leggero rammarico: «Quando abbiamo chiuso l’attività della Brionvega, l’idea era di trasformare la fabbrica in uno spazio espositivo, destinato ad essere la vetrina dell’artigianato “alto” della Pedemontana, come quello del distretto calzaturiero di Montebelluna e di altre notevoli esperienze di design, riscontrabili nel territorio». Purtroppo non se ne fece nulla. Ennio Brion forse era troppo avanti: e chi poteva, e doveva decidere. non riusciva a stare al passo . Esperienza piuttosto frequente, per i geni. La mostra Ennio Brion – Committenza d’Autore, è aperta fino al 18 novembre, a cura di Luca Molinari e Simona Galateo. Accanto agli storici televisori Brionvega Algol e Black e la radio TS 502 (conosciuta come Cubo) , disegnati da Marco Zanuso e Richard Sapper, ci sono opere firmate dai fratelli Achille e Piergiacomo Castiglioni, Hannes Wettstein, Ettore Sottsass e Mario Bellini. Lo Spazio FMG, in via Bergognone 27, è aperto dal lunedì al venerdì,ore 15-19. Ingresso libero.

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