Michela non parla: non può lasciare il paese

Obbligo di restare nel suo Comune per la rapinatrice della gioielleria castellana di Giorgio Zacco

CASTELFRANCO. Non potrà allontanarsi dal suo Comune di residenza, quello di San Martino di Lupari, Michela Madalena Bortolotto, la ventenne accusata insieme al fidanzato Fernando Bortolon di 43 anni, della rapina ai danni del gioielliere di piazza Giorgione. Il colpo risale allo scorso 9 agosto: il titolare del negozio nel cuore di Castelfranco, Giorgio Zacco, venne picchiato brutalmente dai banditi, stando perlomeno alla denuncia da lui presentata.

Nessun ammorbidimento della misura nei confronti della giovane rapinatrice, dunque, dopo l’interrogatorio di convalida di ieri mattina davanti al giudice di Padova. La ragazza ha scelto di non rispondere alle domande: la difesa intende evidentemente prendere visione degli atti prima di entrare nel merito dell’accaduto. Ha parlato invece, confessando tutto, il compagno della giovane, interrogato lunedì scorso a Treviso. Bortolon ha spiegato di aver agito perché spinto dalla necessità economica (gli era scaduto a giugno il contratto di camionista), ma che il colpo non era stato pianificato nel dettaglio: lui e la fidanzata, ha sostenuto in sede di interrogatorio, erano entrati nel negozio per comprarsi le fedine. Quando il gioielliere si è girato di spalle, i due si sono guardati negli occhi e hanno deciso di entrare in azione. Così, mentre Bortolon ha immobilizzato l’uomo, Michela Bortolotto è saltata dall’altra parte del bancone e svuotato la cassaforte.

La cattura della coppia da parte dei carabinieri di Castelfranco è stata possibile anche a seguito delle deposizioni di alcuni testimoni che hanno notato l’auto sulla quale viaggiavano i due: una Lancia Y vecchio modello di colore arancione (non esattamente un veicolo con il quale passare inosservati). La stessa vettura che i vicini avevano notato parcheggiata nei pressi dell’abitazione della coppia, a San Martino di Lupari. (s.t.)

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