Mezzo secolo con il parco «Ai Pioppi, un vero esempio»

L’assessore Caner dona la bandiera della Regione al fondatore Bruno Ferrin «Il turista ricerca esperienze autentiche, non solo generiche attrazioni»
Agostini Nervesa della Battaglia 50° osteria ai pioppi
Agostini Nervesa della Battaglia 50° osteria ai pioppi

NERVESA. «Oggi il turista ricerca esperienze autentiche non generiche attrazioni. Bruno Ferrin che cinquant’anni fa ha fondato il parco “Ai Pioppi” a Nervesa assieme a sua moglie Marisa lo aveva già capito molto tempo fa. Sono realtà come la sua che hanno portato a un forte aumento del turismo in Veneto e soprattutto nella Marca». L’assessore regionale al Turismo, Federico Caner ha ringraziato con queste parole e con il dono della bandiera ufficiale della Regione il fondatore del celebre parco di divertimenti senza uso di elettricità che è stato aperto il 15 giugno 1969.

Ieri a festeggiare assieme alla famiglia Ferrin e a Caner c’erano un centinaio di invitati, ma cucine e giostre funzionavano regolarmente secondo il desiderio del simpatico fondatore, nato nel 1937, che vuole essere ricordato per aver donato almeno un’ora di divertimento a tutti. Tra gli invitati c’erano anche il sindaco di Villorba, Marco Serena e la sua assessora alla Cultura, Eleonora Rosso.

Il presidente della Regione Luca Zaia, non potendo essere presente, ha inviato un messaggio di auguri, letto da Caner, e ha inoltre dedicato un lungo post su Facebook alla creazione di Ferrin la cui inventiva è stata premiata ieri anche da un riconoscimento di Gianluca Pezzato di Treviso Creativity Week. Il presidente della Provincia, Stefano Marcon, e il sindaco di Nervesa, Fabio Vettori, si sono uniti alle felicitazioni mediante messaggi letti ai presenti dai rispettivi rappresentanti Andrea Cogo e Paolo Zanatta.

la storia in versi

Quella del locale e del suo fondatore è una simpatica favola poetica come ha ben ricordato nel suo intervento in rima Paola Zaghis, cognata di Ferrin, che il 15 giugno 1969 era andata a dare una mano alla prima giornata di apertura di quella che allora era solo una frasca sul Montello. «Questa è la storia di un giovane di belle speranze che di vender grassi ne aveva piene le tasche», ha recitato nel suo simpatico incipit quella che per la famiglia Ferrin è la zia Paola.

Bruno Ferrin infatti prima di aprire il locale forniva lieviti ai fornai e avendo molto tempo libero al pomeriggio costruì una baracca in lamiera sul Montello per vendere vino, braciole e salsicce. Servivano però dei ganci per appendere le salsicce. Il fabbro del paese rifiutò di fargli il lavoro essendo molto occupato e gli propose di fabbricarseli da solo. Bruno scoprì così il piacere di lavorare il ferro e, poco alla volta, il parco giochi dei Pioppi prese vita arrivando pian piano a più di quaranta giostre funzionanti senza elettricità.

I riconoscimenti

L’Osteria ai Pioppi diverte da mezzo secolo generazioni di turisti, ma è anche un fenomeno culturale: nel 2012 un video di Fabrica, istituzione culturale di Luciano Benetton, ha fatto conoscere il parco al di là dei confini regionali. In questi anni, dei Pioppi si sono occupati inoltre vari media nazionali, e anche internazionali come il quotidiano britannico The Guardian “certificandoli”, qualora fosse necessario come una delle eccellenze del nostro territorio.

Una realtà da un migliaio di coperti, tuttora a gestione famigliare di cui Bruno e Marisa sono tuttora i punti di riferimento, ma in cui ha già un posto rilevante la terza generazione di Ferrin, rappresentata da Francesco, nipote del fondatore. —

Gino Zangrando

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