Merceria Due Pomi, sfratto esecutivo
Persa la causa. Finisce una storia lunga 170 anni

La merceria Due Pomi e sotto il titolare Piero Cozzuol tra le stoffe
Per capire quanto valga quell'«antica» sull'insegna della merceria Due Pomi basta guardare l'immagine conservata gelosamente dal titolare, Pietro Cozzuol. E' datata 1870, e la bottega esisteva già da un pezzo. Ma il 2011 potrebbe essere l'ultimo atto. Il tribunale di Treviso ha dato ragione infatti allo sfratto di Archiutti, proprietario dell'immobile. Se non farà ricorso, a settembre dovrà chiudere battenti.
La sentenza del tribunale di Treviso dondolava sopra l'insegna di piazza Monte di Pietà da alcuni mesi. E' arrivata con il primi tepori dell'estate, in un centro storico che giorno dopo giorno lotta contro «svuotamento» e crisi di identità. «Stante così le cose - dice Pietro Cozzuol - a settembre si danno le mandate alla porta e si chiude il negozio. Ma non è ancora detta». C'è la speranza di un ricorso, che vada a scardinare le maglie di una sentenza «che voglio leggere con cura perché non mi convince» segue il titolare. E' l'ultimo filo al quale aggrapparsi, l'ultimo brasso dei tanti rotoli di stoffa stesi sul bancone ad accontentare casalinghe, sarti, curiosi, famiglie da vestire. L'Antica Merceria ai due Pomi ha visto le facce di due secoli di storia, i cambiamenti del mercato e del commercio. E proprio a questo alla fine ha dovuto piegarsi. Archiutti, titolare dell'immobile alle spalle del Palazzo dei Trecento, vuole avere mani libere. Lo stabile è vecchio ma centralissimo. La storia? Passa attraverso queste forche caudine, e tanti saluti. Trasloco? Nuove trattative? La batosta è troppo fresca per fare ipotesi simili. E comunque nessun luogo sarà più caratteristico come quella caleidoscopica biblioteca del tessuto, pile e pile di colori, sensazioni, profumi diversi. Mestieri di una volta certo, ma che proprio grazie alla loro storia riuscivano a competere con i negozi monomarca, i grandi show room, le griffe che si dividono il Calmaggiore. L'impresa immobiliare, purtroppo, non erano un mercato in cui la Merceria poteva fare concorrenza diretta.
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