Maurizio, il calzolaio talent scout

Nelle sue vetrine ospita le creazioni di giovani nuovi artigiani
Agostini Treviso Maurizio pelleteria san leonardo
Agostini Treviso Maurizio pelleteria san leonardo

TREVISO. In vetrina sono esposte le cinture realizzate con vecchi copertoni, fatte da Massimo, studente universitario che cerca in questo modo di portare a casa qualche spicciolo con le sue creazioni. Attaccati alle pareti si trovano invece i bellissimi quadri con le figure scomposte di Sonia che, in un mondo in cui esporre in una galleria è praticamente impossibile, ottiene in questo modo un po' di visibilità a costo zero. A terra invece sono distese le borse impuntate a mano di vera pelle, tutti modelli unici e originali. Sono di Francesca che, dopo aver perso il lavoro s'è inventata così questa nuova attività che le calza a pennello. A dare visibilità agli artigiani trevigiani da qualche giorno ci pensa Maurizio Carrer, storico calzolaio prima di Sant'Agostino, poi per vent'anni in via Toniolo e da quindici nella sua bottega poco prima di piazza Santa Maria dei Battuti.

Kenthia, questo è il nome della sua bottega: all'interno si occupa della riparazione di scarpe, cinture, borse. Un tempo ne vendeva anche, diversi modelli comprati da alcune ditte locali. Ma pochi giorni fa ha deciso di fare spazio all'interno del suo negozio: togliere la libreria dalle pareti in cui stipava i pellami, liberare la piccola vetrina e far spazio a chi come lui inventa gioielli, accessori, a chi crea oggetti per la casa, a chi dipinge. A chi insomma come Maurizio usa (o almeno tenta di farlo) le sue mani e creatività per vivere. «Di fronte alle tante promesse mai mantenute da parte delle amministrazioni locali, ho deciso di fare io la prima mossa e cercare di dare visibilità ai bravi artigiani della città che non hanno a disposizione alcuna vetrina per far conoscere il loro lavoro», spiega Maurizio. Pochi mesi anche in città dopo l'ennesima chiusura dell'ennesima bottega storica, si era riacceso il dibattito su quale fosse la soluzione migliore per far risorgere l'artigianato locale, renderlo fonte di attrazione anche turistica. Mentre a distanza di qualche mese la questione sembra precipitata nel dimenticatoio, Maurizio dalle parole passa ai fatti. Ora il suo negozio appare un po' bottega e un po' boutique. Di sicuro è diventato un piccolo polo dell'artigianato. «Hanno chiesto di esporre la loro merce artigiani e pittori. Pensionati che arrotondano in questo modo la pensione. Donne divorziate che con la loro bigiotteria arrivano in questo modo a fine mese. Persone che hanno perso il lavoro e hanno deciso, in assenza di alternative di cercare di guadagnare qualche euro in questa maniera» L'unica altra via per ottenere un po' di visibilità per questi artigiani sarebbe stata quella di guadagnarsi una piazzola in uno dei mercatini dell'artigianato che spopolano di questi tempi. O affittare un negozio. «Un'operazione senza dubbio più costosa: in questo modo invece io faccio pubblicità a loro e loro con il passaparola ne fanno a me. Insomma: si tratta di una soluzione virtuosa». (s.g.)

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