Martina, da Vittorio alla Thailandia per aiutare i poveri

Il compito della giovane di Vittorio Veneto sarà di aiutare in una scuola per minori i figli di migranti birmani insegnando l'inglese 

LA STORIA

La Caritas diocesana di Vittorio Veneto continua a sfornare ‘caschi bianchi’ da inviare nei Paesi più problematici in soccorso alle popolazioni colpite dalle più diverse emergenze sociali. Ecco il caso di Martina Rui, di Montaner, 23 anni, che il prossimo 27 dicembre, partirà per qualche settimana di formazione a Roma e, da febbraio, sarà nella lontana Thailandia, dove svolgerà un anno di servizio civile. «Andrò nella provincia di Phang Nga, che si trova nel sud del paese. Come casco bianco» spiega Martina «il mio compito sarà quello di aiutare in una scuola per minori, figli di migranti birmani, principalmente insegnando l'inglese». La Caritas di Vittorio Veneto ospita immigrati e profughi in particolare, ormai da molto tempo, in un’accoglienza diffusa. Ma, come in questo caso, i candidati alla profuganza va a cercali nei loro paesi, per aiutarli a non emigrare. Prima di Martina, aveva trascorso un anno da Casco Bianco Caritas a Phang Nga anche la coneglianese Martina Tormena. Si tratta di una zona rurale, tutta montagne e giungla a qualche ora dai lussi per occidentali delle spiagge di Phuket. Un compito non facile, quello dell’insegnamento dell’inglese. Tormena ricorda che in classe lei e i colleghi puntavano soprattutto sul gioco. «Una delle difficoltà maggiori per i bambini è leggere correttamente le parole. In Thailandia, infatti, si usa un alfabeto diverso».

DIPLOMAZIA SOLIDALE

La Caritas di Vittorio Veneto è una sorta di Accademia della ‘diplomazia’ solidale. Da questa Accademia è nato professionalmente anche Alessandro Cadorin, di Sarmede, oggi ad Haiti, dopo aver attraversato le periferie di diversi continenti. «Mi attrae potermi immergere in una cultura che sembra così lontana da noi ma che forse non lo è così tanto e nello stesso tempo poter essere attiva e, spero, d'aiuto» spiega Martina «L'emozione che prevale in questo momento è la felicità ma devo ammettere che sono anche un po’ spaventata: lasciare per un anno la propria casa, le amicizie, il lavoro, la propria comfort zone non è semplice. Ma non è stata una scelta istintiva la mia, ci ho riflettuto a lungo, più o meno due anni, dalla prima esperienza breve di volontariato all'estero, e sono convinta della decisione».

PREPARARE I GIOVANI

La Caritas di Vittorio Veneto non si limita, dunque, a provvedere al sostentamento degli impoveriti o all’accoglienza dei profughi, ma prepara giovani che a titolo di volontariato sono disposti ad aiutare i nuovi poveri “a casa loro”, nelle periferie del mondo. «Ho capito che non mi bastava più studiare» ha confessato la giovane Martina «ma avevo bisogno di passare dalla teoria alla pratica, di provare nel mio piccolo a fare la differenza, ad aiutare gli altri con i pochi mezzi che possiedo». La Caritas di Vittorio Veneto è animata da molti giovani come Martina e Alessandro. Il direttore don Roberto Camillotti punta molto su loro. Sta riaprendo anche l'ex casa dello studente, in via Fogazzaro, che diventerà un luogo di ospitalità per giovani europei e dove, tra l’altro, quelli alla ricerca di un lavoro saranno accompagnati verso nuove professionalità. Il servizio civile, per maschi e donne, è sempre stato un fiore all'occhiello della Caritas, con numerosi ragazzi che hanno deciso d'interrompere gli studi per dedicare un anno del loro tempo alla solidarietà internazionale.

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