Mammografia, l’Usl chiama a casa
L’Usl 9 chiama “a rapporto” tutte le donne che non hanno risposto allo screening mammografico. Da ottobre infatti l’azienda sanitaria di Treviso ha deciso di telefonare a tutte le ultracinquantenni che non si sono presentate né dopo la prima lettera di appuntamento per il controllo, né al richiamo successivo. Un servizio nato per dare una possibilità in più di sottoporsi alla visita gratuita per la diagnosi precoce del tumore alla mammella, una delle neoplasie più diffuse nelle donne. «Grazie alla telefonata riusciamo a sottoporre allo screening l’82,2% delle cittadine della nostra Usl 9 – spiega Giovanni Gallo, responsabile del dipartimento di Prevenzione – si tratta di una delle percentuali più elevate in Italia e del Veneto».
L’azienda sanitaria effettua ventimila esami radiologici l’anno nell’ambito dello screening mammografico. Le donne coinvolte sono quelle fra i 50 e i 69 anni, fascia d’età in cui è più frequente l’insorgenza del carcinoma. Il programma di screening prevede ogni due anni l’invito a effettuare la mammografia tramite. Il giorno e l’ora sono prefissati. Se una donna non dovesse presentarsi arriva il sollecito, sempre via posta. Poi segue la telefonata per fissare un appuntamento. Obiettivo: garantire sempre più copertura nei controlli. La mammografia a oggi è il sistema più efficace per trovare eventuali cellule malate nel seno. Il responso viene valutato da due medici in sedi distinte per garantire la certezza della diagnosi. In caso di esito positivo la donna viene inviata immediatamente al centro di senologia di Borgo Cavalli per ulteriori esami di accertamento e, eventualmente, tutte le terapie necessarie per curare il male. L’Usl 9 ha deciso di proporre il sistema della mammografia a doppia lettura anche per le donne sotto i 50 anni che hanno fissato un appuntamento per una mammografia strumentale. (l.c.)
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