L’uomo degli aerei piloterà un Caproni uguale all’originale

NERVESA. A Nervesa c’è un cantiere speciale dove un manipolo di volontari, stretti introrno a Giancarlo Zanardo, stanno costruendo la replica perfetta di un bombardiere della Grande Guerra. In grado di volare. Circa una decina di volontari si alternano al lavoro dal 2008 al campo da volo della fondazione Jonathan Collection. Ed è lo stesso presidente della fondazione Giancarlo Zanardo a finanziare personalmente le spese dei lavori. Il bombardiere, un Caproni Ca33, sarà donato alla fondazione come è accaduto per gli altri storici aerei di proprietà di Zanardo, imprenditore e aviatore noto per la realizzazione di veicoli d'epoca a bordo dei quali è in grado di spiccare il volo in un salto indietro nel tempo. Al mondo vi sono solo altri tre aerei di quel tipo, tra repliche e reperti, ma quello in costruzione a Nervesa sarà l'unico che potrà volare. «Per l'estate contiamo di finire la costruzione. Per il primo volo bisognerà invece attendere fine anno perché l'Enac che regolamenta l'aviazione deve verificarne la sicurezza» informa Zanardo mentre si prende una pausa dai lavori. Il Caproni Ca.33 era un biplano da bombardamento italiano della prima guerra mondiale. Versione rimotorizzata del precedente Ca.32 divenne il bombardiere alleato più impiegato nel conflitto, operando sia sul fronte occidentale che su quello austriaco. L'ultimo sviluppo del modello, designato Ca.36 rimase in servizio fino alla seconda metà degli anni venti. La ricostruzione dei volontari della Jonathan Collection capitanati da Zanardo sarà per rievocazioni storiche. «A seconda delle occasioni verranno affissi sull'aereo gli stemmi dei piloti da commemorare» conclude Zanardo. Tra questi vi è l'equipaggio del Caproni abbattuto il 30 dicembre 1917 a Susegana durante un'azione bellica che come stemma aveva l'asso di picche. Il comandante era il capitano Maurizio Pagliano, il secondo era il tenente Luigi Gori e i mitraglieri erano Arrigo Andri e Giacomo Caglio.
Il poeta aviatore Gabriele D’Annunzio, fece dedicare ai piloti Pagliano e Gori il nome dell’aeroporto di Aviano nel 1920.
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