Luciano, una vita spesa tra famiglia e officina

Stella, gommista di Pieve, non mancava mai alle cene di Bernardi La grande passione per il calcio: dalle giovanili nella Pievigina al Corbanese
Di Glauco Zuan
Filippi Refrontolo bomba d'acqua sul tendone della festa degli uomini
Filippi Refrontolo bomba d'acqua sul tendone della festa degli uomini

PIEVE DI SOLIGO. Come la maggior parte dei partecipanti alla “festa dei omi”, Luciano Stella aveva 54 anni e anche lui faceva parte del gruppo di amici che Maurizio Bernardi frequentava praticamente da sempre. «Ci eravamo conosciuti quando le nostre bambine frequentavano la scuola elementare, una decina di anni fa, e da allora ci si incontrava con le rispettive famiglie». Erano soliti ritrovarsi i primi di agosto di ogni anno nella casera del suocero di Maurizio Bernardi, sulle colline ad ovest di Solighetto, quelle che sovrastano il ristorante da Lino e la locanda da Clemi. Ma viste le previsioni meteorologiche, l’organizzatore della serata aveva chiesto ospitalità alla Pro Loco di Refrontolo che aveva appena montato il tendone per la festa dell’estate, in programma al Molinetto della Croda a cavallo del 10 e del 17 agosto. Quel sito scelto proprio per ragioni di sicurezza si è invece rivelato una trappola mortale per il centinaio di amici del Quartier del Piave. Il Molinetto della Croda si è praticamente trasformato in imbuto, raccogliendo le acque meteoriche della fascia collinare dei tre Comuni a monte di Refrontolo, cioè Cison di Valmarino, Follina e Tarzo. In Zuel, a Rolle ed Arfanta, ad esempio, nessuno ricorda un nubifragio del genere. Una valanga d’acqua e fango che ha spezzato anche la vita di Luciano Stella, gommista, titolare con la moglie Lorella Da Ros della “Stella commerciale”, nota officina meccanica di via Vittorio Veneto, attività creata 25 anni fa e che ha sviluppato con passione. Luciano Stella, oltre alla moglie, lascia il figlio Alberto che lavorava con lui nell’officina e la figlia minorenne Laura. Una famiglia già segnata dal destino nel recente passato: Lorella Da Ros è la sorella di Silvia, la nota soprano pievigina morta improvvisamente nel marzo 2010, a soli 46 anni. Luciano Stella era un uomo di poche parole, ma un gran lavoratore, che aveva saputo imporsi sul mercato dei pneumatici con prezzi a buon mercato che avevano richiamato clienti da tutta la provincia. Ma era lui il primo a consigliare i propri clienti nelle scelte. Non curava solo il prezzo, dunque, ma anche il rapporto con i clienti. Ed era pronto a trascorrere anche il sabato in officina pur di soddisfare tutti, magari nella emergenza-neve o nella necessità di un lungo viaggio d'estate. Il suo ultimo gesto d’amore è stato quello di donare gli organi. «La sua vita era racchiusa tra la casa e il lavoro», ribadisce Maurizio Bernardi, ricordando che chiamava “principessa” la figlia Laura. L’unica sua passione era stata il calcio che aveva praticato da giovane: dopo la parentesi nel vivaio della Pievigina si era accasato all’allora Corbanese, con la maglia del quale aveva disputato parecchi campionati nelle categorie minori. Tuttora, in occasione della rimpatriate tra le vecchie glorie del calcio Corbanese, rimetteva gli scarpini. Per il resto era famiglia e officina, con le rare eccezioni delle cene con gli amici di sempre. «Quando lo chiamavo a trascorrere una serata in compagnia non mancava mai, veniva sempre con piacere», afferma Bernardi con un filo di voce. Così era stato anche per sabato sera. Luciano Stella aveva risposto presente. E nemmeno lui, uomo concreto e di poche parole, avrebbe pensato ad un epilogo del genere. Con ogni probabilità, secondo una prima ricostruzione, è tra coloro che, insieme a Maurizio Lot, si erano attardati sotto il tendone nel tentativo di mettere al riparo qualche vettovaglia, forse qualche attrezzatura, nonostante i continui inviti di Maurizio Bernardi ad uscire dallo stand. Invece è stato travolto dalla improvvisa valanga di fango e, come per gli altri tre deceduti e contrariamente agli amici, non è riuscito ad afferrare un arbusto, un albero, un palo. Le prime testimonianze dei sopravissuti sono agghiaccianti. L’ex consigliere comunale Dario Stella, parente dello stesso Luciano, ammette: «Mi sono salvato perché il telone si è strappato, permettendomi di uscire e ad afferrare un albero, altrimenti anch’io rischiavo di restare intrappolato sotto il telo e le capriate in balia dell'acqua».

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