L'ortopedico Bonaga ucciso da un tumore
Aveva 57 anni e lavorava al San Giacomo da trenta. L'impegno nel volontariato in Africa

Il dottor Vincenzo Bonaga
CASTELFRANCO.
Stroncato da un tumore a soli 57 anni. Si è spento nelle notte tra venerdì e sabato il dottor Vincenzo Bonaga, per una trentina d'anni medico nel reparto di ortopedia dell'ospedale San Giacomo. Da un anno lottava contro il male. Aveva subito un primo intervento, poi le terapie, infine il peggioramento mentre si trovata in Africa per attività di volontariato.
Il dottor Vincenzo Bonaga era un esempio per tutti i medici del San Giacomo. Ogni anno dedicava parte delle sue ferie al volontariato. Andava a svolgere attività di ortopedia nell'arcipelago di Capo Verde, al largo delle coste dell'Africa Centrale portando il sorriso ai meno fortunati. Il dottor Bonaga era padovano d'origine. Viveva tuttora a Padova in zona Arcella con la famiglia, la moglie e la figlia ventenne. Castelfranco era la sua seconda casa. Da trentanni infatti lavorava nell'Unità operativa di ortopedia dell'ospedale cittadino. Una carriera brillante, iniziata con gli studi universitari a Padova, e proseguita per 3 decenni al San Giacomo. Aveva svolto quasi 7 mila interventi chirurgici. La sua professionalità era apprezzata da tutti i colleghi. «Con la scomparsa del dottor Bonaga - spiega il primario dell'Ortopedia castellana, Alberto Ricciardi - viene a mancare un pilastro importante ed un pezzo di storia della nostra struttura. Professionista stimato, era un esperto traumatologo ed un abile artroscopista specializzato nel trattamento delle patologie della spalla e del ginocchio». Vincenzo era nipote di Roberto Bonaga, anch'egli medico ortopedico e primario del reparto di ortopedia del San Giacomo fino agli anni' 80, scomparso nel gennaio scorso. Ironico e sempre sorridente, Vincenzo era un grande appassionato di moto d'epoca. Partecipava anche ai raduni. E tra i suoi hobby c'era anche quello del surf. Purtroppo un anno fa la scoperta dalla malattia. Era stato sottoposto ad intervento chirurgico. Lui aveva saputo affrontare il male con grande coraggio, con il sorriso e senza mai far pesare la situazione a chi gli stava vicino. Nonostante la malattia, non aveva voluto rinunciare al volontariato. A febbraio era andato in Africa e lì purtroppo aveva avuto le prime avvisaglie dell'acutizzarsi della malattia. Rientrato in Italia, il peggioramento fino al decesso dell'altra notte a Padova dove era ricoverato. La direzione dell'Usl 8 e l'Unità operativa di Ortopedia di Castelfranco esprimono vicinanza e cordoglio ai familiari.
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