Lo strazio del marito della donna morta di parto a Oderzo«Ho dato il suo nome a nostro figlio»

ODERZO. «Voglio che sia fatta chiarezza su quello che è successo». A parlare è Antonio Giordano, marito 36enne di Francesca Schirinzi, straziato dal dolore. Ha presentato una denuncia formale e richiesto l’autopsia sul corpo della moglie.
«L’ultima volta che l’ho vista in sala parto era contenta, in attesa di vedere il maschietto» afferma Antonio, «sua madre non stava bene ed era triste al pensiero che sua madre non avrebbe visto il suo nipotino. Invece è stata la mamma a non vedere il suo bambino. Io non ho competenze in materia per dire se sia stato fatto abbastanza o il giusto per Francesca. Io voglio capire cosa è successo e quindi l’unico modo per saperlo è avviare un’indagine della magistratura».
A casa lo aspetta la piccola Elena che ancora non sa quello che è successo. «Per ora cerca solo il papà», fatica a dire Antonio, «aspetta il ritorno del fratellino con la mamma. Quando vedrà arrivare a casa il piccolino dovremo trovare il modo per spiegarle quello che è successo alla sua mamma. Il dolore che provo è immenso: è una sofferenza che non è facile sopportare. Al bimbo appena nato daremo come secondo nome quello della mamma».
«Francesca stava bene e dalla sala travaglio mi mandava messaggi e foto per tenermi aggiornata», racconta Maria Antonietta, mamma di Antonio, «scherzava ed era felice. Mi aveva mandato una foto di Antonio addormentato su una poltrona che recuperava le forze in attesa del parto». La suocera adorava la nuora. «Premurosa con la bimba, non perdeva mai la pazienza e ogni volta che veniva in Puglia divideva esattamente a metà il tempo da noi e dai suo genitori. Non ha mai fatto differenza e ci ha sempre tenuti partecipi di tutto». Aveva conosciuto Antonio in Puglia -lui era già di stanza al Cimic di Motta da un annetto- ed era stato subito amore.
«Si è armata di tanta pazienza e non si è mai lamentata», commenta Roberta, sorella di Antonio Giordano, «avevano fatto un bellissimo matrimonio, di cui ancora si parla in paese. Per loro avevano fatto accendere le cascate di Leuca».
Il dolore è enorme: in casa ci sono tutti i fiocchi nascita. Nessuno ha avuto il coraggio di esporli.
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