Lo storico negozio Sira in difficoltà, 8 dipendenti a casa

VEDELAGO. Fu uno dei primi grandi negozi d’abbigliamento di un certo livello della provincia di Treviso. Dall’inizio degli anni Cinquanta ad oggi ha cercato di reinventare il proprio modello di...

VEDELAGO. Fu uno dei primi grandi negozi d’abbigliamento di un certo livello della provincia di Treviso. Dall’inizio degli anni Cinquanta ad oggi ha cercato di reinventare il proprio modello di business, affittando anche parte dell’enorme stabilimento ad altre attività, creando un vero e proprio centro commerciale. Ora però Sira, storico negozio di Fossalunga di Vedelago, che prende il nome dalla sua fondatrice, Sira Rubinato, soffre del calo dei consumi che colpiscono il comparto. È stata siglata ieri la mobilità volontaria che ha riguardato 8 dei complessivi 34 dipendenti del negozio. Per loro (ma anche per gli altri che continuano ad operare) è stato stabilito un piano di rateizzazione per il pagamento delle mensilità arretrate e del Tfr.

Sira, che oggi fa parte di un centro commerciale (“Qui Sira”) che comprende una dozzina di negozi, inizia il suo business nel 1955. Inizialmente si trattava solo di un negozietto, una piccola merceria di filati e stoffe poco distante dalla sua sede attuale. Nel 1966 inizia ad allargare l’attività. Tra gli anni ’80 e ’90 i “Magazzini Sira” misuravano già oltre 5 mila metri quadrati. Nel ’97 l’ultimo ingrandimento con l’inaugurazione del nuovo centro commerciale “Qui Sira”, di cui fanno parte dodici negozi e un parcheggio sotterraneo.

Punto di riferimento dello shopping nostrano e non, anche Sira, come altre realtà simili, ha risentito negli ultimi anni della crisi dei consumi, registrando un drastico calo di fatturato, che ha superato il 30%.

Difficoltà in termini di liquidità (che hanno portato a significativi ritardi nel pagamento degli stipendi) hanno imposto un ridimensionamento della struttura. La vertenza si è conclusa ieri nella sede di Confcommercio Treviso: 8 dipendenti hanno sfruttato la finestra aperta di mobilità volontaria. Con loro è stato raggiunto un accordo con l’azienda per il pagamento, attraverso un piano di rateizzazione, delle mensilità arretrate e del Tfr. «Potranno usufruire del nuovo ammortizzatore, Naspi, per un massimo di due anni», spiega Edoardo Dorella, Fisascat Cisl. Per i dipendenti rimasti è stato stabilito un piano di rientro delle quattro mensilità arretrate scaglionato. (s.g.)

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