Le Fiere di San Luca di Treviso saranno divise

Piano di Ca’ Sugana: dal 2018 stand tradizionali a prato della Fiera, grandi attrazioni all’ex De Longhi
AGOSTINI TREVISO INAUGURAZIONE FIERE DI SAN LUCA 2013
AGOSTINI TREVISO INAUGURAZIONE FIERE DI SAN LUCA 2013

TREVISODividere in due le Fiere di San Luca, da una parte il nucleo storico con lo stand dell’oca sempre a prato della Fiera, dall’altro quello più commerciale e invadente, con le mega giostre moderne alla De Longhi. Il quartiere resta quello, ma la divisione potrebbe agevolare la convivenza con cittadini sempre più esasperati.

È questo il piano che circola a Ca’ Sugana, dopo che è stato firmato il protocollo d’intesa con Fondazione Benetton Studi e Ricerche, per la riqualificazione di Prato della Fiera. Un'area che non è ovviamente solo le fiere di San Luca, ma che a causa di esse rimane uno spazio vuoto o al massimo un parcheggio per gli altri 345 giorni dell'anno. «Le fiere è giusto che restino a prato della Fiera, ma non come oggi», sostiene Marco Tamaro, direttore di Fondazione Benetton che lo scorso ha presentato un corposo studio su come ridonare ai cittadini del quartiere il Prato. «Oggi rappresentano un'invasione “manu militari” di giostre con 120 decibel tutto il giorno. Non è più un quartiere in festa, ma si fa la festa al quartiere».

E il sindaco Giovanni Manildo, con buona pace dell'assessore Paolo Camolei che invece le giostre a Fiera le ha sempre definite più o meno intoccabili, concorda. «Le Fiere di oggi non sono più in continuità con le edizioni storiche di anni fa. Quindi c'è un ragionamento da fare per modificarle», chiarisce il sindaco. Non per il 2017 in ogni caso, ma a partire dal 2018 (di mezzo ci sono le elezioni però). L'idea su cui Ca' Sugana sta ragionando è proprio quello della divisione delle fiere, nel Prato la parte storica, con stand e piccole giostre, nella sede oggi vuota delle De Longhi, praticamente dall'altra parte della strada, le giostre più grandi e moderne. Ma anche senza fiere, resta un altro nodo per poter riqualificare i prato: il parcheggio.

«Non può essere il parcheggio dell'ospedale», aggiunge Manildo. «Stiamo cercando un'alternativa per realizzare un parcheggio sempre in zona, e liberando il prato dalle auto». Ma alla riqualificazione del prato Fondazione sta lavorando già da anni, e nel 2016 ha organizzato un workshop internazionale che ha messo sul tavolo alcune idee. Ora con il protocollo il percorso proseguirà con la nascita di un gruppo di lavoro (composto da esperti della Fondazione a cui spetterà il ruolo di supervisione scientifica e i dirigenti dei settori urbanistica e lavori pubblici) che nel corso di un anno dovrà individuare le linee guida e fornire indicazioni progettuali per opere di riqualificazione sia temporanee che stabili. Con un principio di base: sono i cittadini a doversi riappropriare di quello spazio. E quindi nei prossimi mesi associazioni e residenti faranno alcuni laboratori sul posto, per esempio coltiveranno alcuni fiori e alcune piante per capire quali possono resistere a Prato della Fiera. Il 27 maggio ci sarà la “Festa al Prato Della Fiera”.

È già partito un crowdfunding online tra i trevigiani per recuperare 2.500 euro per finanziare le attività: sarà disteso un manto erboso di 300 metri, dove fare un pic-nic, e piccoli spettacoli.

 

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