Lavori in canonica: è guerra in tribunale
La parrocchia di Serravalle contro la Camerin srl: intervento malfatto e incompleto

Sopra la facciata della chiesa della Natività della Beata Vergine in pieno centro a Serravalle A destra don Roberto Camilotti e Roberto Camerin
VITTORIO VENETO.
Monsignore dichiara guerra al «re del mattone» Roberto Camerin, l'impresario che ha messo a nuovo Serravalle. La parrocchia della Natività della Beata Vergine, nella persona di don Roberto Camilotti, ha citato in tribunale l'impresa Camerin che doveva restaurare la canonica (bene artistico e storico sotto tutela della Soprintendenza), contestando una lunga serie di inadempienze e anche l'«abbandono» del cantiere. Il giudice Francesco Sartorio, accogliendo l'istanza della comunità religiosa, ha nominato la scorsa settimana un consulente tecnico, l'ingegner Ciro Perusini, per accertare la situazione e la sussistenza delle violazioni indicate nella memoria dell'avvocato Luca Granzotto. Nel suggestivo centro storico vittoriese è dunque scontro aperto tra il parroco e il costruttore che a Serravalle ha firmato il recupero dell'ex distretto sanitario e il progetto per il park interrato. Ad aprire le ostilità, lo scorso settembre, è stato lo stesso Roberto Camerin che ha inviato in canonica una ingiunzione di pagamento da 216 mila euro, contestando lavori non pagati relativi al recupero dell'edificio. La risposta della comunità religiosa - che dovrebbe spiegare le sue ragioni nel bollettino parrocchiale in uscita oggi - non si è fatta attendere: quegli interventi non sono stati saldati perché fuori regola sia rispetto al contratto che ai pareri della Soprintendenza. Non solo: l'impresa avrebbe sospeso i lavori, abbandonato il cantiere, senza consegnare l'opera nei tempi previsti. Per capire le ragioni della battaglia, occorre tornare al 28 novembre 2008, quando la parrocchia della Natività affida all'impresa Camerin srl il restauro e il risanamento della canonica di via Casoni. La società ha 300 giorni per l'esecuzione dei lavori che iniziano il primo dicembre. I problemi, stando alla memoria della parrocchia depositata in tribunale, si presentano fin da subito. L'ispettore della Soprintendenza esprime infatti il suo dissenso sugli interventi fin lì eseguiti pretenendo la ricollocazione delle travi che sono state tagliate per mettere l'ascensore. La direzione dei lavori, sempre secondo la parrocchia, rifiuta di adeguarsi ritenendo l'operazione «strutturalmente immorale, illogica e dispensiosa». L'intervento però prosegue in contrasto con le prescrizioni della Soprintendenza. La nuova verifica è del 24 giugno 2009. L'esito? «Catastrofico» secondo i legali della Natività. Il giorno dopo la stessa direzione dei lavori scrive a Camerin ricordando la delicatezza dell'intervento e rilevando che sono state eseguite «con estrema facilità molteplici forzature (...) anche in zone particolarmente delicate dell'edificio, sia sotto l'aspetto della resistenza sismica, sia per quanto attiene il valore architettonico dei manufatti». Nella lettera si ritiene inoltre inadeguata la pulizia degli stipiti in pietra delle porte, si contesta la formazioni di fessurazioni dopo il ritiro di tavolati in legno e si qualifica come scadente la consegna di quinte murarie. L'impresa risponde punto per punto a tali rilievi negando ogni addebito. La direzione dei lavori sospende i lavori in attesa dell'approvazione della Sopritendenza. Che, dopo un sopralluogo, chiede una campionatura degli intonaci. Il 26 gennaio scorso l'impresa Camerin comunica lo smontaggio di ponteggi e gru. Insomma chiude il cantiere. E, a settembre, invia alla parrocchia l'ingiunzione di pagamento. A questo punto la parrocchia presenta ricorso in tribunale contro la Camerin contestando le indampienze dell'impresa e della direzione dei lavori e chiedendo un accertamento tecnico preventivo sullo stato dei lavori e sulla qualità degli stessi. Il giudice accoglie l'istanza. L'impresa è assistita dall'avvocato Stefania Stefan, dello studio Barel.
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