Laureati assunti a 330 euro, attività in piscina sotto tiro

CASTELFRANCO. Assunto per coordinare l'attività estiva in piscina, la paga è 330 euro al mese. Accade alle piscine di via Redipuglia. La società comunale che gestisce l'impianto, la Castelfranco Patrimonio e Servizi srl, ha indetto un bando di selezione per un posto a tempo determinato come coordinatore del centro estivo piscina comunale di Castelfranco. Sei mesi di lavoro, da aprile fino a settembre (inquadrati come lavoro occasionale). L’incaricato dovrà coordinare e progettare le attività del centro estivo, che si presta ad accogliere decine e decine di bambini. I requisiti sono strigenti. Laurea in scienze delle attività motorie e sportive o in scienze dell'educazione. Una pregressa esperienza nel campo della gestione di centri estivi. Insomma requisiti importanti. Fin qui tutto torna.
Quello che non torna è lo stipendio. Per 6 mesi di lavoro infatti la paga è forfettaria. In tutto 2.500 euro lordi. Al mese fanno 416 euro lordi. Togliendo le trattenute, la paga netta al mese scende a 330 euro. In pratica un rimborso spese. Il tutto a fronte di una notevole mole di compiti cui dovrà assolvere il vincitore del bando (le domande vanno presentate entro le ore 12 del 27 marzo). Stando a quanto si legge nel documento, dovrà “coordinare e verificare il generale andamento della gestione del centro estivo; controllare l'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile del centro estivo; predisporre e coordinare le attività giornaliere e settimanali del centro estivo, mantenere i rapporti con i fornitori per la scelta del materiale più idoneo per lo svolgimento delle attività, coordinare gli istruttori e gli educatori; tenere i rapporti con la dirigenza della società Cps srl”.
Sul caso si innesca la polemica. «C'è una contraddizione di fondo in tutto ciò» dice Claudio Beltramello, consigliere comunale e candidato sindaco del Pd, «se si chiede un impegno volontario a fronte di un rimborso spese è una cosa. Qui invece si richiede la prestazione di un professionista con titoli di studio ed esperienza sul campo. Per questo si dovrebbe dare un compenso adeguato, mi pare che qui non ci siamo proprio». Minimizza invece il direttore di Cps, Massimo Melato: «Il professionista dovrà solo fare programmazione, non dovrà timbrare il cartellino. In realtà più che un tempo determinato si tratta di una consulenza».
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