L’arresto top secret di Eugenio Polito Era un informatore

Era un collaboratore di giustizia Eugenio Polito, il trentenne arrestato dalla squadra Mobile di Treviso tre settimane fa nell’ambito di una indagine sullo sfruttamento della prostituzione. Per...

Era un collaboratore di giustizia Eugenio Polito, il trentenne arrestato dalla squadra Mobile di Treviso tre settimane fa nell’ambito di una indagine sullo sfruttamento della prostituzione. Per questo sia l’operazione che l’arresto – anticipato dalla Tribuna due giorni dopo il fatto – sono stati mantenuti sotto massimo riservo.

Polito, originario di Tropea, in provincia di Vibo Valentia, è stato prelevato dalla polizia all’interno della sua abitazione di Treviso all’alba. Contro di lui l’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Secondo le indagini, infatti, nel regime di tutela e anonimato garantitogli dal suo status di collaboratore, avrebbe costretto la fidanzata ed anche la sua precedente ragazza a prostituirsi.

Polito è stato rinchiuso nel carcere di Vicenza, mentre il gip di Treviso ha fissato per i prossimi giorni l'incidente probatorio delle due ragazze che servirà a cristallizzare come prove le loro dichiarazioni.

Le indagini sono partite nel dicembre scorso. Polito, in passato titolare di un autosalone a Vibo Valentia, è iscritto al registro dei collaboratori di giustizia dal 2009 e le sue dichiarazioni sono confluite nelle inchieste antimafia denominate «Peter Pan» contro il clan La Rosa di Tropea, «Ragno» contro il clan Soriano di Filandari, nel Vibonese, e nella recente inchiesta «Black money» contro il clan Mancuso di Limbadi. Grazie alla fiducia che gli era stata concessa e al suyo trasferimento in una zona sicura con un altro nome, Polito avrebbe però organizzato ben altro giro convinto forse che la copertura gli sarebbe valsa l’immunità. Ora rischia grosso.

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