L’Anci: unioni di comuni, ecco come fare

Grandi centri intoccabili. Tarzo e Cordignano in bilico. Tre aree per l’opitergino-mottense. Risiko nell’hinterland di Treviso
Di Federico Cipolla

Fusioni tra comuni, l’Anci presenta ai sindaci tre ipotesi per la futura Marca. Tre soluzioni che analizzano tre possibili scenari, tutti e tre destinati a far scendere da 95 a 50 i comuni trevigiani. Entro settembre i sindaci dovranno presentare le proprie controdeduzioni.

I punti fermi. I grandi comuni come Treviso, Castelfranco, Mogliano, Vittorio Veneto e Montebelluna non si toccano. Sono già abbastanza grandi. Ma per l’Anci anche i comuni del Grappa costituirebbero un’area unica: Borso, Crespano, Paderno, Castelcucco, Possagno, Cavaso e Monfumo dovranno diventare una unica realtà. Lo stesso vale per i paesi immediatamente più a sud: San Zenone degli Ezzelini, Fonte, Asolo e Maser. Poi Segusino, Valdobbiadene e Vidor rappresentano un altro nucleo naturale e formerebbero un comune da 17mila abitanti, l’ideale per risparmiare.

I dubbi. È un’incognita da risolvere l’area tra Miane, Follina, Cison, Revine e Tarzo. Tutti insieme o meglio lasciare Tarzo con Vittorio Veneto come pare piacere ai diretti interessati? Altra zona critica quella di Fregona, Sarmede, Cappella Maggiore e Cordignano; uniti formerebbero un Comune da 18 mila abitanti circa, ma Cordignano nelle ipotesi dell’Anci potrebbe anche unirsi a Orsago, Godega e San Fior.

L’Opitergino-Mottense. Si propende per tre comuni: Fontanelle, Mansue e Portobuffolé; Oderzo e Gorgo; Meduna, Motta, Cessalto e Chiarano.

L’hinterland di Treviso. Le soluzioni prospettate dallo studio dell’Anci, sono diverse e c’è addirittura l’ipotesi di unire Casier a Treviso. Zenson di Piave? Con 1.825 abitanti (e un nuovo municipio costruito pochi anni fa) potrebbe avere in San Biagio il compagno ideale. Monastier e Roncade sarebbero poi un’altra coppia come Silea e Casale; Casier e Preganziol; Zero Branco, Quinto e Morgano; Istrana e Paese; Carbonera e Breda; Spresiano e Maserada. Paradossale però che delle tre ipotesi presentate dall’Anci nessuna comprenda l’accoppiata Villorba e Povegliano, che al momento è l’unico progetto concreto di fusione, con il referendum a dicembre.

«La fusione è utile». «Per quanto mi riguarda vedo come inevitabili e vantaggiose le fusioni dei comuni sotto i 5 mila abitanti», dice il presidente dell’Anci trevigiana Vigilio Pavan, «ma attendo delle proposte dai sindaci, è meglio che siano loro a scegliere e a governare il cambiamento». Le risposte sono attese entro settembre, la scadenza per le unioni sotto i 5 mila abitanti è il 31 dicembre.

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