«L’ala dell’aereo si spezzò per le acrobazie» Una perizia spiega la morte di Simone Conte

POVEGLIANO. L’ala si è spezzata a causa delle acrobazie che l’esperto pilota, il 45enne Franco Borin di Jesolo, stava compiendo anche quel giorno. E quel pezzo d’ala era volato proprio contro la...

POVEGLIANO. L’ala si è spezzata a causa delle acrobazie che l’esperto pilota, il 45enne Franco Borin di Jesolo, stava compiendo anche quel giorno. E quel pezzo d’ala era volato proprio contro la testa del pilota, facendogli perdere conoscenza, così non aveva potuto attivare il paracadute dell’ultraleggero che, probabilmente, avrebbe salvato la vita a lui e al passeggero, il 18enne Simone Conte (in foto) di Povegliano. L’aereo, invece, è precipitato a terra schiantandosi. Queste le conclusioni alle quali è giunto il consulente del pubblico ministero Mario Dell’Isola, incaricato dal pm di Venezia Rita Ugolini di scoprire le cause del gravissimo incidente aereo del febbraio scorso a Caposile, sull’aviosuperficie «Papere vagabonde».

L’ultraleggero, un «Pioneer 300», non aveva alcuna anomalia, secondo il consulente, ma non era adatto perché non poteva sopportare le terribili sollecitazioni provocate da cabrate, tonneau ed altre evoluzioni alle quali Borin, un pilota di grande esperienza e fondatore dei «Pioneer Team», sottoponeva il mezzo. Poi è stato il caso a metterci lo zampino: se quel pezzo d’ala staccata non fosse finito sulla testa di Borin, il pilota avrebbe avuto tutto il tempo di azionare il paracadute. L’altro passeggero, un giovanissimo che non sapeva manovrare, non ha potuto fare nulla per evitare lo schianto a terra. È probabile, a questo punto, che il pm faccia finire in archivio l’inchiesta, visto che se responsabilità vi fossero state sarebbero del pilota, che è deceduto assieme al passeggero a causa dello schianto.

All'aviosuperficie, quel giorno, sembrava una domenica come tante. Dopo pranzo Franco Borin , che era anche socio dell'aeroclub, e Simone Conte avevano deciso di andare a fare un giro di sorvolo, per scattare qualche foto. Poi la tragedia.

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