Lacrime all’Alberini «Le attendavamo poi quella chiamata»

Maria Rosaria Grisolia docente di Diritto, Francesca Buccino insegnante in pensione, volontaria a scuola e in parrocchia
Di Alessandra Vendrame
incidente a Motta di Costabissara 23-11-14
incidente a Motta di Costabissara 23-11-14

Figlia e madre unite dalla stessa passione per la scuola prima ancora che dallo stesso tragico destino. Maria Rosaria Grisolia e Ada Francesca Buccino, 49 e 76 anni, da poco più di un anno vivevano insieme sotto lo stesso tetto in un appartamento a Treviso. La madre aveva lasciato il suo paese, Castrovillari, in provincia di Cosenza, poco dopo la morte del marito e aveva deciso di trasferirsi a Treviso per raggiungere la figlia. E ancora insieme, madre e figlia, insegnavano tra i banchi della stessa scuola, all’istituto alberghiero Alberini di Lancenigo. Come docente di ruolo Maria Rosaria. Come insegnante volontaria invece la madre.

E proprio la loro scuola, l’istituto alberghiero Alberini, ieri mattina, mentre ancora sperava potesse trattarsi di un semplice ritardo nell’arrivo in classe, con dolore ha dovuto invece apprendere la notizia della morte della professoressa Grisolia e di sua madre. A comunicare quello che era accaduto al preside, Edi Brisotto, è stato il fratello della docente di diritto, nonché figlio dell’insegnante volontaria.

La professoressa Grisolia aveva preso la cattedra all’Alberini quasi cinque anni fa, dopo aver lavorato prima all’istituto tecnico Einaudi di Montebelluna e in seguito all’istituto Palladio di Treviso. All’alberghiero insegnava Diritto al biennio, in otto classi, tra prime e seconde della scuola. La madre, Ada Francesca Buccino, invece era una docente di Italiano in pensione. Aveva insegnato una vita intera Lettere al liceo classico. Lasciata la Calabria e raggiunta la figlia, da marzo aveva ripreso in mano la passione di sempre: la scuola. Tanto che aveva scelto di prestare servizio gratuitamente nello stesso istituto di Maria Rosaria, nel ruolo di docente volontaria di Italiano, in aiuto agli studenti del doposcuola messo a disposizione liberamente dall’istituto ai propri studenti. Insieme dunque si erano ritrovate a Treviso, a percorre un pezzo di cammino nella professione che entrambe amavano. Abitavano a «San «Giuseppe, in una palazzina di via Bernardi 19. Lì i vicini le ricordano come due donne impegnate. La figlia, discreta, impegnata nella scuola. La madre molto attiva nella parrocchia di San Giuseppe, dove faceva parte anche del coro, e nella San Vincenzo De’ Paoli. Talvolta faceva attività di sostegno e di ripetizione in parrocchia per alcuni studenti.

Ieri mattina all’Alberini l’assenza della professoressa Grisolia aveva destato subito preoccupazione: «Non era da lei», spiega il preside Edi Brisotto. «Quando non l’abbiamo vista arrivare abbiamo provato subito invano a chiamarla. Poi in tarda mattinata ci è giunta la notizia dal fratello». Il dirigente d’istituto prova a dar voce all’incredulità che ha colto tutti i 160 docenti dell’Alberini dopo che la notizia della morte ha cominciato a circolare a scuola.

Riservata, appassionata e impegnata nel suo lavoro la professoressa Grisolia è stata tra i primi insegnanti che il preside ha conosciuto tre anni fa dopo la sua nomina a capo dell’istituto: «Era parte del corpo docente di questo istituto da almeno quatto, cinque anni. Non era certo una persona che amava mettersi in mostra e ci metteva davvero la passione nel suo lavoro», dice il dirigente scolastico ricordando anche la madre, nel suo servizio di docente volontaria: «La madre veniva a scuola due pomeriggi alla settimana e in particolare seguiva gli studenti stranieri, aiutandoli a migliorare l’Italiano». L’ultimo consiglio di classe al quale la professoressa Maria Rosaria Grisolia ha partecipato è stato venerdì.

Della collega scomparsa il professore di cucina Giuliano Fiorotto ricorda l’impegno e anche l’ultimo saluto: «Eravamo seduti fianco a fianco. Nella nostra scuola insegnava una materia certo difficile, ma lo faceva con passione e devozione». Tra i collaboratori del preside anche il professor Raffaele Vertucci ricorda la passione che Maria Rosaria metteva nel lavoro: «Pur insegnando una materia dura era molto benvoluta tra i ragazzi». E proprio mentre tra le classi gli studenti più giovani della scuola continuavano a chiedersi il motivo dell’assenza della loro professoressa, è arrivata la notizia: «Abbiamo cercato di mettere al corrente gli studenti dell’accaduto con molta cautela, facendo attenzione alle loro reazioni», ha spiegato la professoressa Stefania Limido. «Gli studenti hanno reagito con consapevolezza, ma non è mancata più di qualche lacrima».

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