Labomar a Istrana, ok all’ampliamento: il Tar dà ragione al Comune

Via libera all’ampliamento dell’azienda sospeso a maggio dopo il ricorso dell’impresa. L’operazione vale 13 milioni di euro. I giudici: «Piani e strade, nessun atto urbanistico illegittimo»

Federico de Wolanski
Il progetto prevede nuovi spazi aziendali uniti a 60 mila mq a coltivazioni per ricerca e sviluppo
Il progetto prevede nuovi spazi aziendali uniti a 60 mila mq a coltivazioni per ricerca e sviluppo

Dopo un anno di aule di tribunale si sblocca definitivamente il contenzioso sull’ampliamento della Labomar a Istrana.

I giudici del Tar, esprimendosi sul ricorso mosso dall’impresa Edificatrice contro il progetto approvato dall’amministrazione comunale, hanno dato ragione a quest’ultima. I lavori, fermi dopo l’accoglimento di una istanza di sospensione, possono proseguire.

Il progetto

Si tratta di una operazione immobiliare e aziendale da 13 milioni di euro che si va a inserire su un’area di quasi 120 mila metri quadrati tra la provinciale 68 e la linea ferroviaria Treviso-Vicenza.

A superficie coperta del nuovo progetto occuperà il 26% dei terreni, dedicando circa 20 mila metri quadrati a verde, con la piantumazione di 120 piante, e 60 mila metri quadrati a coltivazioni per ricerca e sviluppo con spazi accessibili al pubblico dedicati a palestra, sala congressi e biblioteca.

L’accordo con il Comune prevede anche la cessione di un parchetto nella frazione di Villanova e la realizzazione di un percorso ciclopedonale.

A ingenerare il contenzioso il fatto che l’operazione confliggesse con vecchi piani viari, quelli per la cosiddetta “tangenziale sud” di fatto cancellata dal progetto assieme ad altre infrastrutture «a danno» secondo la azienda ricorrente, «dei propri interessi» e non in linea con la normativa.

Ricorso e sospensione

Il ricorso era stato presentato nell’ottobre del 2023, a cantiere già approvato ed avviato. I giudici si erano riservati di decidere, ma avevano rigettato la sospensiva dei lavori chiesta dalla impresa ricorrente che si era rivolta al Consiglio di Stato ottenendo ragione. Così, dal maggio scorso, lo stop ai cantieri in attesa della sentenza.

«Avanti con i lavori»

La sentenza è arrivata nelle scorse ore dando di fatto piena ragione alla difesa dell’amministrazione comunale, affidata all’avvocato Nicola Magaldi, riconoscendo come non vi sia stata «violazione del Piano territoriale di coordinamento provinciale» e che non vi sia stato conflitto procedurale tra l’approvazione del piano Labomar e le disposizioni del Piano Intervento di Istrana che hanno rivoluzionato il Pat.

«Il P.I. può modificare il P.A.T. senza che sia necessario procedere ad una variante dello stesso» sottolineano i giudici riferendosi alla viabilità dell’area che con a realizzazione della rotatoria tra via Filzi, Via Lazzaretto e Via Montesanto aveva di fatto già cancellato necessità e fattibilità di altre viabilità.

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