La «Vmc» mette in cassa tutti i quindici dipendenti

RESANA
Dopo il no al piano industriale di trasloco e ampliamento, la Vmc mette in cassa integrazione tutti i dipendenti. E intanto Uninidustria attacca la giunta resanese che di fatto ha stoppato il progetto. Una vicenda su cui già discute l'intero paese. Dopo la notizia del no al progetto di trasferimento e ampliamento della Vmc Veneta Manufatti in Cemento Srl, il titolare dell'impresa Paolo Micheletto questa mattina firmerà con i sindacati l'accordo per la cassa integrazione. Tutti e 15 dipendenti dell'azienda saranno in cassa fino a fine febbraio. Quello che succederà poi non si sa. L'azienda, da qualche anno, sta lavorando a un progetto di ampliamento e trasferimento. Dall'attuale sede in via Castellana aveva progettato lo spostamento in un'area a ridosso della zona industriale sud di Resana, a pochi passi dalla nuova Statale del Santo. Qui avrebbe dovuto sorgere lo stabilimento. Un'area complessiva di 10 ettari di superficie. L'accordo preso con il Comune prevedeva una perequazione per un valore complessivo di 4 milioni che il privato avrebbe dato al Comune come oneri di urbanizzazione. Quattro milioni tramutati in opere pubbliche per il Comune. Ma giovedì scorso, in sede di adozione del Pat, la doccia fredda. Il documento adottato pone un vincolo paesaggistico (ambientale) sull'area in questione. Un vincolo che di fatto non consente la realizzazione del progetto. L'azienda ha espresso immediatamente il disappunto per questa decisione della maggioranza. Il progetto avrebbe potuto valere 200 posti di lavoro, una quarantina dei quali per tecnici, ingegneri e ricercatori da impiegare in un centro di ricerca su componenti e materiali del cemento. Il presidente di Unindustria Treviso Alessandro Vardanega va all'attacco della giunta resanese. «E’ sconcertante la frequenza con cui vengono adottate scelte amministrative in questo territorio che continuano ad ostacolare iniziative di sviluppo e investimento delle imprese pur in una fase di recessione, ormai riconosciuta, con ripercussioni sull’occupazione e sulle speranze di lavoro per i giovani. Unindustria Treviso è vicina a Vmc e al suo titolare Paolo Micheletto e continuerà a sostenerli, nella presentazione delle osservazioni al Pat e in altre sedi se necessario. Accanto alla tutela per un nostro associato, consideriamo il progetto di Vmc particolarmente importante per il territorio e per le opportunità di lavoro che può realizzare, tanto più necessarie in questa fase così difficile per l’occupazione».
Il Pat tuttavia non è stato approvato in via definitiva, ma solamente adottato. Ora ci sono sei mesi di tempo in cui i cittadini potranno presentare le loro osservazioni che saranno poi esaminate dal consiglio comunale (d.q.)
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso