La storia: "L’ospedale di Montebelluna è senza Urologia, vi racconto il calvario di mio padre"

Scrive una lettera accorata a Benazzi (Usl 2): «Per lui andare a Castelfranco comporta viaggi dolorosi». Tessari (Pd): «Troppi servizi mancanti al S. Valentino»
Borghesi Montebelluna ospedale nuova figura di aiuto in pronto soccorso
Borghesi Montebelluna ospedale nuova figura di aiuto in pronto soccorso

CAERANO. «Va bene avere un centro di eccellenza per la sanità, ma sono necessari anche i servizi periferici». Lo fa presente in una lettera un caeranese, Marco Faccin, al direttore generale dell’Usl 2, Francesco Benazzi. Vi si parla soprattutto di Urologia, un servizio che a Montebelluna non c’è mai stato, ma solo all’ospedale di Castelfranco. «È vero», conferma il consigliere comunale Pd di Montebelluna, Silvio Tessari, «visto che l’ospedale di Montebelluna è quello per acuti, determinati servizi vanno previsti».

il caso. Marco Faccin porta la vicenda del padre 86enne le vicissitudini per le cure e le urgenze, per le quali è costretto a ricorrere a Castelfranco anziché al vicino ospedale di Montebelluna. Nulla da dire sul servizio, ma i tempi si allungano e con essi si protraggono i dolori lancinanti di cui soffre il padre quando c’è una urgenza.

«La inadeguatezza che intendo segnalare è la totale assenza di urologia a Montebelluna e la relativa preparazione degli addetti; non si intende criticare la professionalità degli infermieri e dottori, i quali, si sono prodigati a fare del loro meglio.

Ma, mancando gli strumenti, qualsiasi sia la professionalità, non si riesce a fare nulla», ha scritto Marco Faccin al direttore generale. «Vorrei quindi farle presente che i problemi urologici sono e saranno una costante nel futuro. Il motivo è semplice: si vive di più e quindi si contraggono più facilmente e in numero maggiore certe malattie urologiche.

È uno dei tanti prezzi da pagare dell’allungamento della vita. Come si può allora non prevedere un presidio urologico in un’area popolata come il Montebellunese? Almeno qualcosa per le situazioni di emergenza o di routine. Gli interventi specialistici possono magari essere dirottati altrove. I blocchi urinali sono dolorosissimi, paragonabili al dolore del parto. Come può una persona, anziana peraltro, dover fare 20 chilometri, in preda a certi dolori, per arrivare a Castelfranco con il traffico odierno? Lei mi dirà di chiamare il 118.

Ci è stato risposto che l’ambulanza arriva da Montebelluna, lo portano a Montebelluna e poi, se serve, a Castelfranco: significa almeno mezz’ora di tempo persa per nulla, sempre in preda a dolori atroci. Poi le visite mattutine presso Urologia di Castelfranco, successive all’intervento del pronto soccorso, comportano attese di qualche ora in quanto, i medici devono prima completare le visite ai degenti. Ciò significa perdere una mattina intera in ospedale. Personalmente non mi interessa sapere che la sanità veneta è migliore di quella campana e di tante altre regioni d’Italia. Mi basta sapere di poter contare, al momento del bisogno, su una adeguata assistenza per la quale, versiamo mensilmente il nostro contributo».

i servizi mancanti. «All’ospedale di Montebelluna, che sarà quello per acuti per il distretto di Asolo, in prospettiva vanno previsti servizi come Urologia, Neurologia, Banca del sangue, Chirurgia vascolare e un potenziamento del Pronto soccorso», dice Tessari, «per Urologia ad esempio si potrebbero ricavare alcuni posti letto all’interno di Chirurgia» 

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