La storia a Treviso: prima operaio specializzato, poi l’incidente, "Ora farò l'insegnante"

TREVISO. Ieri operaio specializzato, oggi studente sui banchi di scuola alle prese con l’esame di maturità e nel prossimo futuro il sogno di prendere posto in cattedra, al lavoro stavolta come professore di materie tecnico pratiche, in classe insieme agli studenti desiderosi di imparare un mestiere.
Alessandro Guerra, 47 anni, diplomando dell’indirizzo Manutenzione e apparati settore elettrico ed elettronico del corso serale dell’Ipsia Giorgi-Fermi, una media dei voti che supera il nove e prove d’esame impeccabili, racconta come nella “maturità della vita” tutto può succedere, ma bisogna sempre saper ricominciare.
A rimescolare all’improvviso le carte della sua vita lavorativa l’8 ottobre del 2014 è un grave incidente sul lavoro. Quel giorno Alessandro, impiegato come assistente specializzato di grandi macchinari di impianti industriali utilizzati per sollevare e spostare mezzi pesanti, stava terminando un ordinario intervento di manutenzione a una macchina in una azienda del Vicentino.
Un controllo di routine per verificare il funzionamento, accertarsi che non ci fossero problemi di usura e il lavoro sarebbe terminato: «All’improvviso il guanto di protezione che indossavo si è impigliato sul bordo della macchina», racconta ricorda, «Un pezzo pesante è caduto schiacciando completamente la mano».
Di seguito la corsa all’ospedale, un delicato intervento di ortopedia per ricostruire la mano destra e la fisioterapia diventata da quel giorno pane quotidiano. Eppure dopo l’infortunio sul lavoro che gli ha gravemente compromesso l’uso della mano destra Alessandro ha sentito che la forza di volontà lo spingeva a voler subito scrivere un’altra storia per non darla vinta al dolore.
Ha capito che se voleva voltare pagina per ricominciare doveva tornare a scuola: «Da ragazzo avevo frequentato il Giorgi ma dopo il diploma di qualifica nell’88, a 17 anni, ho deciso di andare a lavorare. Volevo rendermi economicamente indipendente. Così ho iniziato come elettricista», spiega Alessandro, «Prima dell’incidente mai avrei pensato di riprendere a studiare. Ma dopo ho capito che davvero nella vita non possiamo mai sapere cosa ci può capitare. E la scuola è l’unica certezza che ci può dare nuove possibilità. In ospedale ho conosciuto tante persone con menomazioni fisiche molto gravi. Ho condiviso con loro gioie e dolori. Sono state loro a farmi capire che non dovevo mollare».
La decisione di iscriversi al Giorgi serale arriva nel novembre del 2016. Il lavoro come impiegato di giorno e le lezioni dopo il lavoro la sera: «Non ho mai fatto un’assenza», dice sorridendo il maturando che sogna di diventare presto professore, «Anzi proprio la scuola mi ha permesso di incontrare tante persone, di evadere dai pensieri che mi attanagliavano. La scuola è stata lo stimolo continuo che mi ha dato la possibilità di rimettermi in gioco. E non è stato facile.
Dopo la prima settimana di lezione ero addirittura tentato a mollare tutto». Ma la forza di volontà alla fine ha avuto la meglio. All’esame orale la novità della busta contenente lo spunto per la discussione ad Alessandro ha riservato una fotografia simbolo del boom economico degli anni 20: «Ho iniziato a parlare della crisi del 29 in storia.
Per poi parlare in inglese della rete di distribuzione elettrica. Poi sono passato agli argomenti di indirizzo tecnico mettendo a fuoco i sistemi di protezione. In letteratura ho parlato della catena di montaggio, dell’alienazione e della spersonalizzazione dell’io con Pirandello».
E ora? «Dopo la maturità voglio diventare insegnante tecnico pratico per poter insegnare ai giovani tutto quello che ho imparato durante tutto il mio percorso lavorativo».
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