La rabbia ultrà su Zanetti Città tappezzata di scritte

Ingiurie dopo il dietrofront dell’imprenditore sull’acquisto del Treviso Calcio La polizia ha identificato una donna di 35 anni. La Digos indaga sulla tifoseria
Di Federico De Wolanski e Silvano Focarelli
Bolognini Treviso Treviso Tritium in foto massimo zanetti
Bolognini Treviso Treviso Tritium in foto massimo zanetti

Il caos sul futuro del Treviso calcio invade muri e palazzi della città. Il capoluogo ieri mattina si è svegliato tappezzato di scritte contro Massimo Zanetti, patron della Segafredo, ex candidato sindaco che in piena campagna elettorale aveva giocato l’asso annunciando l’offerta d’acquisto sul Treviso Calcio. Offerta decaduta nei giorni seguenti lo spoglio elettorale.

In piazza Borsa la scritta a lettere cubitali: «500 mila euro di falsità, Zanetti hai tradito la tua città», al Tenni «Zanetti col caffè, se lavemo i piè», e ancora «Zanetti boia» e altre accuse.

Gli autori? La polizia ha colto sul fatto una trentacinquenne trevigiana, scoperta poco dopo aver ultimato la scritta in piazza Borsa, farebbe parte del circuito ultrà, ma potrebbe non essere l’unica responsabile del raid sul quale stanno indagando gli uomini della Digos grazie anche ai filmati delle videocamere di sicurezza del Comune di Treviso. Si cercano altri autori, sempre nella cerchia del tifo biancoazzurro. Quanto a lui, Zanetti, il commento è strignatissimo: «Le scritte? Non le ho viste».

La chiave di tutto è certa: la delusione della tifoseria, covata per qualche settimana. La curva sud si sente tradita e non dimentica il famoso comizio di piazza Borsa (a 48 ore dall’apertura delle urne) durante il quale mister Segafredo (uno degli sponsor della Nazionale azzurra e detentore del 25% del Bologna Calcio) annunciò l’offerta sul Treviso facendo sognare i trevigiani .

Tante le speranze, anche perché l’imprenditore trevigiano aveva parlato di stadio nuovo, di serie B, di investimenti. Tanti gli avevano dato credito, e sentirlo dire di essere stato frainteso non deve avergli dato grande piacere. La guida storica e spirituale della curva Di Maio, Claudio "Caio" Cavallin, l’alibi ce l‘ha. «Io sono andato a letto alle 20.30 e mi sono svegliato la mattina dopo» dice, «e a parte le battute, sinceramente non ne sapevo nulla. Nel merito, non me la sento di commentare. Dico solo ciò che avevo già detto altre volte: su questa storia meglio stendere un velo pietoso. Zanetti non si è comportato come aveva detto. Prima di dire certe cose un personaggio con la sua immagine doveva pensarci meglio: a me sono sembrate promesse da campagna elettorale, tutti abbiamo sentito e capito distintamente che avrebbe comprato il Treviso».

Zanetti ha fatto anche un’altra promessa, ancora più nobile: una donazione alla Casa dei Gelsi, l’hospice dell’Advar che accoglie gratuitamente i malati terminali e che cerca fondi per ampliarsi. Fino a ieri tuttavia all’amministrazione non era arrivato nulla. «Spero che a breve il dottor Zanetti, nella sua riconosciuta correttezza, mantenga ciò che aveva annunciato, anche perché, lo dico chiaramente, ne abbiamo estremo bisogno» confessa Anna Mancini, presidente di Advar. «Sono fermamente convinta che alla fine il contributo ci sarà», prosegue, «anche se al momento ammetto di nutrire una certa apprensione. Il suo sarebbe un bellissimo gesto, speriamo non finisca come nel calcio».

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