La provincia di Treviso diventa capitale mondiale della bici

Il riconoscimento Uci Bike city label assegnato dall’Unione ciclistica internazionale alla Marca grazie al boom di tesserati, grandi eventi e oltre duecento corse sul territorio

Mattia Toffoletto
DE WOLANSKI AG.FOTOFILM TREVISO LE MURA DELLA CITTA' DI TV..
DE WOLANSKI AG.FOTOFILM TREVISO LE MURA DELLA CITTA' DI TV..

La provincia di Treviso diventa capitale mondiale della bici.

Il titolo - Uci Bike city label - ha valenza cicloturistica ed è stato assegnato dall'Unione ciclistica internazionale, in occasione dei Mondiali di ciclismo in corso a Zurigo. La Marca si affianca così ad altre 29 città, regioni e province che possono vantare la prestigiosa etichetta, promossa dal 2015 dalla Federciclo mondiale: prima di Treviso in Italia c'era solo la Val di Sole in Trentino, nella sessione svizzera il "timbro" se l'è conquistato anche Tokyo.

La cerimonia di premiazione sarà negli Emirati, ad Abu Dhabi, il 18 e 19 dicembre. Il titolo premia storia e cultura della bici, ciclabili esistenti e in progettazione, cicloturismo, organizzazione di grandi eventi, calendario delle manifestazioni su due ruote.

Da tempo si indica la provincia di Treviso come la più ciclistica d'Italia (pur in concorrenza con Bergamo e Trento), ma ora c'è una certificazione della Federciclismo mondiale a testimoniarlo: dai 4.400 tesserati alle ciclabili, dal fitto programma di corse (220 all'anno) all'approdo a cadenza annuale del Giro d'Italia, dal grande evento (Mondiale gravel a Pieve di Soligo nel 2023) al boom del cicloturismo evidenziato dagli albergatori negli ultimi anni (pensiamo ai 2.700 iscritti della Prosecco Cycling in programma domani 29 settembre).

Senza scordare il velodromo (con il completamento finanziato, anche se il cantiere è fermo dall'agosto 2019: si conta di riaprirlo nella prossima primavera) e le radici di una provincia che diede i natali a Ottavio Bottecchia (da San Martino di Colle Umberto), primo italiano – 100 anni fa – a vincere il Tour de France.

C'era tutto questo nel dossier presentato dalla Federciclo trevigiana, supportata nella candidatura da Regione e Provincia: il titolo "Bike city label" permetterà di dare un'ulteriore spinta al cicloturismo. Un'attestazione in più che dovrebbe richiamare sempre più appassionati della due ruote dall'estero, specie dal Nord Europa. Un'etichetta che supporterà in primis gli albergatori, rappresentando anche un elemento premiale nella partecipazione ai bandi europei.

La Federciclo trevigiana, guidata dal presidente Giorgio Dal Bò, ci aveva già provato l'anno scorso: candidatura bocciata nella sessione di Glasgow, perché mancava l'organizzazione, in epoca recente, di un grande evento iridato. Lacuna colmata con il Mondiale gravel dell'ottobre 2023.

Nella lettera inviata alla delegazione italiana, l'Uci (Unione ciclistica internazionale) si dichiara «impressionata dalle azioni che incoraggiano la mobilità sostenibile, con i progetti di estensione delle reti ciclabili e gli sforzi per promuovere il cicloturismo». Fa riferimento «ai 47 milioni di euro di investimento in infrastrutture per la bici», conteggiando i 35 per completare il velodromo.

Ricorda i «brand iconici» (come la Pinarello), definisce Treviso «hub for élite cycling events», polo per eventi d'alto livello della bici. E nell'assegnazione - permanente - si evidenzia pure una storia a pedali fatta di cinque Mondiali: Giavera 1985 (strada), Treviso 1999 (cronometro), Spresiano 2008 (ciclocross), Montebelluna 2011 (mtb marathon), Pieve di Soligo 2023 (gravel).

«Un risultato importante che darà supporto agli albergatori, spingendo ancora di più il cicloturismo», sottolinea Giorgio Dal Bò, presidente Federciclo Treviso. La Marca si aggiunge, fra le altre, a Bergen in Norvegia, Limburgo e Brabante olandesi, Yorkshire in Gran Bretagna, Copenaghen, Glasgow, Parigi, Tirolo austriaco, Fiandre in Belgio, Montreal e Vancouver in Canada, Fayetteville negli Stati Uniti.

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