La Nordic Metalblok annuncia la chiusura

RIESE. Quarantadue dipendenti a rischio licenziamento alla Nordic Metalblok di Vallà: l’unica certezza è che la multinazionale tedesca Norma Group ha annunciato la chiusura dello stabilimento, ma...
DeMarchi Riese Pio X azienda Nordic Metalblok
DeMarchi Riese Pio X azienda Nordic Metalblok

RIESE. Quarantadue dipendenti a rischio licenziamento alla Nordic Metalblok di Vallà: l’unica certezza è che la multinazionale tedesca Norma Group ha annunciato la chiusura dello stabilimento, ma da allora non vi è stato alcun contatto con i sindacati che avevano chiesto un confronto per capire come affrontare la situazione. «Una situazione molto preoccupante», spiega il segretario della Fim Cisl di Castelfranco, Massimo Civiero, «per due motivi: uno è il silenzio dell’azienda, l’altro il fatto che non si capisce il motivo di questa decisione da parte della multinazionale che controlla la ditta riesina, che a quanto ci risulta continua ad avere committenze». Fondata nel 1971 da Silvano Rainati, la Nordic Metalblok è specializzata nella produzione di fascette stringitubo, anzi è l’unica realtà italiana di questo settore. Da realtà artigianale nel corso degli anni si è evoluta a industria grazie a un importante investimento in ricerca e innovazione, con un occhio di riguardo anche sul fronte etico e sociale, fondamentale per il suo fondatore come per le figlie che hanno continuato a guidare l’azienda entrata nell’orbita di Norma Group. Voci di un possibile ridimensionamento erano emerse tempo fa, a causa degli alti costi di gestione rispetto all’estero. Poi il 31 marzo le dimissioni esecutive di Anna Rainati, figlia del fondatore, divenuta amministratrice delegata dopo la cessione dell’azienda. «La quale», continua Civiero, « ci aveva dato ampie assicurazioni sulla continuità dell’attività. Confermata non solo dal fatto che la produzione andava avanti, ma anche dall’assunzione di lavoratori interinali per far fronte agli ordinativi». Invece nei giorni scorsi l’annuncio della chiusura: subito il sindacato si è messo in movimento, ma ad oggi non c’è stato alcun contatto con i nuovi amministratori. «Se non arriva una risposta entro breve», anticipa Massimo Civiero, «valuteremo le misure di protesta da intraprendere, compreso il blocco della produzione». (d.n.)

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