La Marca piange lo scrittore Mario Bernardi

ODERZO. Lo scrittore Mario Bernardi si è spento ieri a 84 anni, nella Casa dei Gelsi, dove era ricoverato da due settimane. Oltre che uomo di grande cultura, è stato personaggio di riferimento per la vita sociale dell’Opitergino. Era nato a Oderzo il primo maggio del 1931. Dopo gli studi e le esperienze di lavoro in Sicilia, ed in altre parti d’Italia, era stato anche consigliere comunale a Oderzo. Si era dedicato alla scuola e quindi, ancora studente universitario, alla diffusione del libro in collaborazione con la casa editrice di Giulio Einaudi. È stato dirigente per molte case editrici italiane: Einaudi, Electa, Baldini&Castoldi e Marsilio. Fratello di Ulderico (ordinario di Sociologia a Ca’ Foscari) e di Umberto (avvocato), Mario Bernardi è stato anche giornalista, collaborando con quotidiani e riviste, occupandosi di critica letteraria e artistica. Per le sue monografie vinse numerosi premi, tra i quali il “Nonino” e “I Grandi per la cultura veneta”.
Così Mario Bernardi raccontava l’inizio della sua carriera: «La mia professioneè iniziata quando avevo 24 anni e frequentavo l'università. Poi sono stato per 40 anni prima ispettore e poi dirigente e direttore commerciale di varie case editrici». Era sempre stato in contatto con l'editore Giulio Einaudi, vivendo il periodo durante il quale la Casa editrice torinese era diventata la più importante d'Europa.
Mario Bernardi aveva racconti di vita affascinanti ed inediti, come quando parlava del suo incontro con Tomasi di Lampedusa, l'autore del Gattopardo. «Mi trovavo per lavoro a Palermo quando mi hanno presentato Tomasi di Lampedusa. Mi aveva raccontato che la sua idea era di testimoniare il Risorgimento italiano. Il Gattopardo rimase tre mesi nei cassetti, finché la Feltrinelli ne stampò due milioni e mezzo di copie».
Mario Bernardi ha incontrato molti letterati. E divenne particolarmente amico di Mario Rigoni Stern. Disse: «Ero l'unica persona invitata, per 20 anni, ai suoi compleanni. Sua è stata l'idea del titolo “Il dovere dei semplici”, per un mio libro». Infine aveva lavorato per Marsilio, fino a 70 anni: «Ora scrivo qualche cosa di mio». E nacquero oltre 50 lavori che gli hanno fruttato premi e riconoscimenti. Il suo libro “Di qua di là dal Piave”, attualissimo nel centenario dalla Grande Guerra, è giunto alla nona edizione ed è stato tradotto anche in tedesco. Era Commendatore della Repubblica . Onorificenza meritata perché alla passione per la cultura, aveva unito un grande senso civico e amore per Oderzo. Infatti è stato per 25 anni consigliere Comunale. Lungimirante nella sua visione della città, disse: «Adesso bisogna salvarei servizi: il suo ospedale che serve 100 mila abitanti; la ferrovia è un problema, com'èora non serve a nessuno. Epoi va finita la tangenzialecon la costruzione del pontesul Monticano a Gorgo». Parole impressionanti, sembrano dette ieri.
Colpito dalla malattia, negli ultimi mesi Mario Bernardi non usciva più di casa. Ma ha sempre lavorato con impegno, scrivendo ogni giorno. Ha lasciato una straordinaria testimonianza pubblicata nell’ultimo numero de “Il Dialogo”, il mensile della parrocchia di Oderzo. In gennaio aveva scritto un ricordo dell’amico Eugenio Bucciol, altro scrittore opitergino scomparso quattro mesi fa. Nel mese di ottobre aveva dato alle stampe ”Poesie per vivere”, l’ultimo suo lavoro in versi, un testamento spirituale, come nella poesia “La virtù”: “Aven bisogno assoeuto de virù e de amor. Tut qua!“.
Lascia la moglie Marina, le due figlie Federica e Giovanna. I funerali saranno fissati oggi e si terranno, probabilmente mercoledì, nel Duomo di Oderzo.
Giuseppina Piovesana
Alessandro Viezzer
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