La gelateria Grom lascia Treviso. Quartiere Latino, via anche Monti

Le chiusure tra fine mese e marzo, tre le vetrine vuote. Rilancio del centro: ecco gli 8 vincitori del fondo
DE WOLANSKI AG.FOTOFILM TREVISO GELATERIA GROM E SARTORIA MONTI IN QUARTIERE LATINO
DE WOLANSKI AG.FOTOFILM TREVISO GELATERIA GROM E SARTORIA MONTI IN QUARTIERE LATINO

TREVISO. La prossima chiusura annunciata della storica Tipografia Artigiana, la chiusura di Harry & Sons davanti alla Loggia, i vuoti in Calmaggiore, e quelli davanti e dietro la strada dello struscio. Il commercio soffre, e l’emorragia continua. Nel giro di poche settimane chiuderanno i battenti anche Grom e la Sartoria Italiana Monti, entrambi nel Quartiere Latino.

La chiusura della gelateria Grom, prevista per fine febbraio, ha colto tutti di sorpresa e stando ai beninformati pare sia dovuta a una precisa scelta della società del “gelato come una volta”. Di fatto si è considerata Treviso non più strategica: meglio puntare tutte le attività su grandi città d’arte o centri commerciali con sicuro e continuo circuito commerciale. Tanti saluti al capoluogo dove l’arrivo della gelateria era stato, anni fa, l’immagine della voglia di rilanciare il centro storico, tra novità di “tendenza”, anche enogastronomiche. E se ne andrà anche il diretto vicino, quella Sartoria Italiana Monti, le cui bellissime vetrine artigianali hanno illuminato per un bel po’ la piazza del Quartiere. Non chiuderà certo attività, ma la trasferirà in un’altra piazza: quella di Preganziol. «Abbiamo ampie vetrine e soprattutto siamo vicini al nostro centro di tessitura a Zerman», spiegano dal negozio dove da qualche giorno avvisano la clientela del prossimo trasloco, forse già a fine gennaio.

Al loro posto? Pare che la proprietà dei muri stia trattando con un’azienda intenzionata a subentrare a Grom, ma non ci sono ancora certezze. Per quanto riguarda invece Monti è tutto sul mercato, così come lo sono da anni ormai due altri spazi commerciali sfitti all’interno del Quartiere Latino. Gli sfitti, anche centralissimi, restano la vera piaga della città. Se ne incontrano ovunque. Due le botteghe che cercano affittuari nella vicina via Toniolo, e così pure nel quadrante di Sant’Agostino dove resta ancora vuota l’ex caffetteria e chiuderà a brevissimo anche il negozio di sigarette elettroniche che affaccia sul largo verso vicolo del Molinetto. Quattro i locali vuoti in Calmaggiore a partire dall’ex caffetteria Venturato a fianco del Battistero, chiusa seppur centralissima. Si potrebbe andare avanti a lungo: l’Editrice S. Quaranta, ora all’addio, i prossimi vuoti in Galleria Bailo... Oltre 120 le vetrine vuote che la tribuna ha censito solo entro mura. Soluzioni? Il Comune in accordo con il circuito Urbecom ha lanciato il bando per il finanziamento di nuovi negozi, e per la riapertura dei fondi sfitti. Ottantamila euro in palio. I vincitori sono noti da un mese ma il Comune non ha dato molta pubblicità. Ecco i loro nomi e i relativi finanziamenti: Fabio Carboni della Gabri srls (10.000 euro); Stefano Castellani (10 mila euro); Alesandro Luoni del Maglificio B.M. srl (10 mila euro); Carlotta Cagnin(10 mila euro); Roberta Tempestini di Solomaglia (5 mila euro); Stefania Anselmo (7.000 euro); Martina Stradiotto (10.000 euro); Monica Pamio (10.000 euro). —

Federico de Wolanski


 

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