LA FUGA DI DE LONGHI RESPIRANO LE GRANDI

di MORENO MANCIN
Le imprese che operano nel comparto della Fabbricazione di macchinari e apparecchiature salgono nel gradino più alto del podio nella speciale classifica dei settori economici rilevanti con circa 5,3 miliardi di ricavi aggregati. Il settore è guidato dal Gruppo De Longhi che si conferma la prima impresa del territorio con oltre 1,7 miliardi di euro di ricavi, in aumento di 100 milioni rispetto al 2013 e con tutti gli indicatori di redditività in netto incremento. Il settore in esame resiste all’assalto del comparto della Calzatura tessile e abbigliamento che sembra arrestare la caduta di volumi e margini registrata nelle precedenti edizioni di questa ricerca, registrando un aumento dei ricavi del 9,2% accompagnato da una buona ripresa anche della marginalità a livello aggregato. Rientrano in tale comparto due storiche aziende del territorio come Benetton e Lir (gruppo Geox) che si posizionano nella parte alta della classifica generale, rispettivamente al 3° e 4° posto tra le Top 500 imprese della provincia. Entrambe presentano ricavi e margini in deciso miglioramento, anche se non sono sufficienti a garantire il ritorno all’Utile per il Gruppo di Ponzano Veneto che chiude l’esercizio con una modesta perdita di esercizio. Al secondo posto in classifica si conferma Permasteelisa, nota azienda di Vittorio Veneto attiva nella progettazione, produzione e installazione di involucri architettonici e facciate continue che da sola rappresenta più della metà dell’intero settore di appartenenza (fabbricazioni in metallo).
L’analisi dei bilanci delle prime 500 imprese della provincia sembra finalmente fornire segnali concreti di una decisa ripartenza dell’economia trevigiana. I ricavi aggregati non solo registrano un netto incremento rispetto al corrispondente valore del 2013 – in crescita di oltre 1,4 miliardi – ma tale crescita si osserva in maniera diffusa in tutti i comparti dell’economia del territorio. Tutti i settori a cui sono riconducibili le 500 aziende analizzate nella ricerca registrano incrementi dei ricavi che vanno dal 2% del comparto alimentari e bevande fino al 12,2% di quello automobilistico. L’unico settore che riporta una seppur lieve diminuzione del volume di affari è quello delle Utilities e gestione rifiuti che risente, in misura significativa della contrazione dei volumi di vendita registrata dalla capolista Asco Holding che da sola genera quasi la metà dei ricavi dell’intero comparto. Oltre due aziende su tre (69%) del campione analizzato presentano ricavi in crescita, a riprova che la ripresa non ha interessato solo alcune tipologie di aziende o settori ma rappresenta un trend di ampia portata a livello provinciale.
Un ulteriore conferma dell’inversione di tendenza in atto rispetto agli scorsi anni si osserva dagli indicatori relativi alla marginalità, ossia alla capacità di creare valore da parte delle imprese. Il dato aggregato segnala che l’Ebitda/Ricavi - che misura la creazione di valore realizzata dal core business aziendale - cresce dal 7,9% all’8,1%. Quattro settori (più quello residuale) presentano marginalità in crescita tra i quali spiccano proprio i primi due settori per volume di affari, ossia Fabbricazione di macchinari e apparecchiature e Calzature, tessile e abbigliamento. Tre settori confermano invece i margini del 2013 in rapporto al fatturato (commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli, commercio al dettaglio) mentre il calo più significativo si registra nel comparto edile e immobiliare con una contrazione dei margini dall’11,5% all’8,9%. L’incremento delle vendite realizzato nel comparto delle costruzioni (+12,2%) sembra pertanto essere stato realizzato a scapito dei margini che hanno risentito dell’inevitabile crisi che ormai da anni imperversa sul prezzo del mattone.
I confortanti dati sull’incremento della marginalità delle imprese trovano conferma anche nella percentuale di imprese in utile che sale dall’80% del 2013 all’84% del 2014. Se analizziamo come si comporta questo indicatore all’interno dei vari settori, emerge sorprendentemente che il numero di imprese in utile è in incremento in tutti i comparti presi in esame: la variazione più significativa si è osservata nel comparto Calzature, tessile e abbigliamento che passa dal 68% al 78% di imprese in utile con un miglioramento di oltre 10 punti percentuali sul 2013. Le percentuali più elevate su questo indicatore sono relative al settore delle Utilities (100% di imprese in utile nel 2014) e delle Fabbricazioni in metallo (94,7%), mentre i risultati settoriali più bassi sono relativi alle imprese dell’Edilizia, immobiliari e costruzioni e a quello dei Mobili e arredamento con circa tre imprese su quattro in utile, un dato comunque in netto miglioramento rispetto al 2013 dove il corrispondente indicatore si attestava in entrambi i casi su valori prossimi al 69%.
Il 2014 sembra pertanto confermarsi l’anno definitivo della svolta con indicatori in netto miglioramento sia per quanto attiene ai volumi sia per quel che riguarda i risultati economici ottenuti dalle aziende. Una crescita che sebbene a ritmi differenziati si osserva in tutti i settori dell’economia e che lascia senza dubbio ben sperare per il futuro.
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