La famiglia Cappia è parte civile

CONEGLIANO. Si sono costituiti parte civile i famigliari di Ulrico Cappia, l’enologo coneglianese freddato con più colpi di pistola e poi bruciato all’interno della sua Fiat 500 nelle campagne di Itri il 4 settembre del 2013. La richiesta è stata avanzata ieri, durante la prima udienza, alla Corte di Assise di Latina, del processo a carico di Giuseppe Ruggieri, l’operaio 56enne ritenuto il presunto autore dell’efferato omicidio. Ruggieri ieri era presente in aula. A costituirsi parte civile sono stati anche i parenti coneglianesi di Cappia: le tre sorelle della vittima, Maria Laura, Fabrizia e Giorgia Cappia, rappresentate dall’avvocato Benedetta Collerone Russo e la madre dell’uomo, attraverso l’avvocato Angelo Di Dio.
Le donne hanno chiesto, previa affermazione della responsabilità penale dell’imputato, la condanna alla pena di giustizia e al risarcimento del danno morale soggettivo da morte di congiunto nella misura che verrà precisata e provata in corso di causa. Insieme a loro si sono costituite anche la figlia dell’enologo, Francesca Cappia (medico al Ca’ Foncello), e la moglie Donatella Di Cicco con cui Ulrico Cappia viveva a Roma. La costituzione di parte civile è stata accolta dalla Corte d'Assise, presieduta da Pierfrancesco De Angelis. La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Igor Ruggieri, ha invece anticipato la richiesta di una perizia medica sulla capacità visiva dell’operaio accusato di essere il killer di Cappia e sugli effetti della stessa nelle capacità deambulatorie nell’oscurità notturna. Il dibattimento è stato rinviato al prossimo 7 ottobre quando ci sarà il giuramento del perito chiamato a trascrivere le intercettazioni telefoniche ed ambientali. Sono 40 i testi e i consulenti del pubblico ministero per questo omicidio che ha scosso la Marca Trevigiana dove Cappia era professionista noto e stimato. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il movente dell’omicidio sarebbe il licenziamento dell’operaio di Itri, ex dipendente dell’azienda vinicola Monti Cecubi, la stessa di cui la vittima era enologo e consulente. All’interno di quella stessa tenuta, lungo la provinciale tra Itri e Sperlonga, era stato trovato il corpo carbonizzato del coneglianese. Giuseppe Ruggieri è stato arrestato lo scorso novembre. A maggio il pm Giuseppe Bontempo aveva chiesto al gip il giudizio immediato.
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