La crisi colpisce la Sitapan in 53 rischiano il posto

La paralisi del mercato coinvolge anche l’azienda con sedi a Miane e Refrontolo Mercoledì l’incontro a Roma con i sindacati: «Attivare amortizzatori sociali»
Di Giorgio Barbieri
Passerini Treviso Conferenza stampa Filca Cisl in foto mauro visentin
Passerini Treviso Conferenza stampa Filca Cisl in foto mauro visentin

TREVISO. La crisi del mobile colpisce ancora una volta la Marca. Il Gruppo Saviola, leader nel settore dei truciolari, dei mobili e della chimica basati sul legno riciclato, aveva annunciato a fine dicembre un piano di tagli che prevede 206 licenziamenti. Una cinquantina di questi riguardano la controllata Sitapan, società del gruppo specializzata nella produzione di pannelli sottili nobilitati e di componenti per mobili, con stabilimenti a Miane e Refrontolo. La paralisi del mercato ha spinto il Gruppo Saviola a tagliare 53 posti di lavoro tra i due stabilimenti della Marca e in quello di Montelabbate, in provincia di Pesaro e Urbino. Ma i sindacati annunciano battaglia ed è previsto per la settimana prossima un incontro con i vertici aziendali per cercare strade alternative ai licenziamenti. «Troppe aziende ora stanno pagando il prezzo di non aver saputo cogliere le opportunità che si erano create negli anni scorsi. In troppe si rivolgevano al solo mercato interno che ora è bloccato», commenta Mauro Visentin segretario provinciale della Fillea Cgil.

L’operazione disegnata dai vertici del gruppo è chirurgica. I tagli sono distribuiti nel perimetro aziendal: si tratta di una limata generale al personale che, imponendo una cura dimagrante ufficio per ufficio e reparto per reparto, interessa impiegati, operai e autisti. I sacrifici maggiori colpiranno quello che il piano di Saviola definisce genericamente il «reparto pannelli»: da qui usciranno 94 dipendenti, molti dei quali dallo stabilimento di Radicofani, in provincia di Siena. Sono invece 53 gli esuberi annunciati alla Sitapan, nelle sedi di Miane, Refontolo e in quella in provincia di Pesaro.

A Viadana, sede principale del gruppo in provincia di Mantova, saranno tagliati 47 posti di lavoro: gli altri 33 sono divisi tra i 14 alla Composad (tutti impiegati e addetti al commerciale) e i 19 tra gli autisti della Delta Trasporti.

«È un’operazione che abbiamo cercato di rinviare il più possibile», commenta l’amministratore delegato Alessandro Saviola, «così come avevamo posticipato fino all’ultimo l’avvio della cassa integrazione. Purtroppo però il settore immobiliare è fermo e di conseguenza anche quello dei mobili. Abbiamo resistito finché abbiamo potuto ma ora non siamo più in grado di sopportare diseconomie ormai evidenti».

I sindacati invece non mollano e puntano su cassa integrazione ordinaria e straordinaria, contratti di solidarietà e «tutto ciò che può servire a tamponare gli esuberi». Le parti si incontreranno dunque a Roma mercoledì prossimo per un vertice importante per il futuro dei lavoratori. La strategia unitaria dei sindacati prevede due interventi: accanto all'attivazione di tutti gli ammortizzatori sociali possibili, è necessario ragionare anche in termini di riconversione di produzione, almeno dove possibile. La priorità è scongiurare i licenziamenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso