La cittadinanza ai fantasmi nella Brasilia del Montello

A Crocetta 230 brasiliani su seimila abitanti: un “trucco” per avere i documenti Ma i due appartamenti in viale Antonini che fanno da residenza risultano deserti

CROCETTA DEL MONTELLO. Sono 230 su una popolazione di poco più di seimila abitanti. La percentuale di brasiliani registrati all’anagrafe di Crocetta del Montello è decisamente elevata. Sono soprattutto dei brasiliani “fantasma”, da toccata e fuga per avere la cittadinanza italiana e il doppio passaporto. Ma ci sono anche quelli stanziali, arrivati soprattutto negli anni 2000. Negli ultimi tempi invece arrivano solo quelli che dicono di vantare un avo veneto, soggiornano tre mesi, e quando all’anagrafe danno loro la cittadinanza se ne vanno verso altri lidi. Non si vedono in giro, se non per recarsi dal fotografo per le fototessera e poi subito in municipio per farsi i documenti.

A curare le pratiche è un’agenzia di Vittorio Veneto. Arrivano a gruppetti, li accompagna una ragazza italiana che parla bene il portoghese e che si è specializzata nel curare le pratiche dei brasiliani a caccia di cittadinanza italiana. Prima tappa dal fotografo. «L’ultimo gruppetto è venuto martedì scorso – racconta proprio il fotografo, Marco Buratto – arrivano più o meno ogni settimana, ma non dicono nulla, sono evasivi, anche la ragazza è molto sulle sue, ho provato a chiederle qualche informazione, ma ci gira attorno, non rivela nulla. Di certo è che si tratta di gente che ha soldi».

La tappa successiva è l’ufficio anagrafe. «Ne sono venuti quattro anche venerdì mattina – dice la sindaca Marianella Tormena – sono queste agenzie di disbrigo pratiche amministrative, regolarmente registrate in Camera di Commercio, a curare tutto. Non è un fenomeno che riguarda solo Crocetta, in Friuli l’intera frazione di un paese è diventata la loro base. Certo è una strumentalizzazione, seppur legale, di ciò che permette la legge».

Dopo l’ufficio anagrafe ci vuole l’appartamento, perché per un po’ bisogna dimorare nel comune. Tutti gli indizi portano in viale Antonini, in un paio di appartamenti regolarmente affittati, dove si alternano i gruppetti di brasiliani richiedenti cittadinanza italiana. Sui campanelli però tutti nomi marocchini o albanesi. «Non sono più qui i brasiliani – dice un albanese – adesso mi pare che si siano trasferiti in una casa in via Erizzo». Ma dalle parti di via Erizzo nessuno sa nulla. «Questo fenomeno c’era anche quando ero sindaco io – spiega Eugenio Mazzocato – e mandavo i vigili urbani a controllare di continuo. A gestire il giro era un brasiliano, che aveva anche protestato per i continui controlli. Facendomi forte della legge regionale sulla capienza degli alloggi, mandavo i vigili urbani a controllare in quanti erano negli appartamenti che servivano da base e se superavano il numero massimo li facevo mandare via». «Qui a Crocetta però ce ne sono anche parecchi venuti qui per lavorare e sono stabili – fa notare Yuri Marotta, titolare del Piccolo Bar – erano arrivati soprattutto tra il 2009 e il 2010, tanti con cognome che dimostrava l’origine veneta, come Martinelli, che giocava nella squadra di Jesolo. A quei tempi organizzavo varie feste brasiliane nel mio locale. Poi nel 2012-2013 è iniziato il controesodo e tanti sono tornati in Brasile perché qui cominciava a mancare il lavoro».

Seppur in dimensioni più contenute, fenomeno analogo lo si vive al di là del ponte, a Cornuda. Dove hanno un precedente illustre: lì era andato a farsi rilasciare la cittadinanza italiana, vantando un’antenata veneta, Alessandro Faioli Amantino, meglio noto come Mancini, centrocampista di Roma e Inter dal 2004 al 2010. «Arrivano ogni settimana domande di doppia cittadinanza da parte di brasiliani – afferma il sindaco Claudio Sartor – col risultato che intasano l’ufficio anagrafe. Arrivano e, una volta ottenuta la cittadinanza, se ne vanno. Mi arrivano anche varie mail di brasiliani che dicono che hanno un antenato da questo o quell’altro paese. Non rispondo nemmeno». A chiedere la cittadinanza a Crocetta arrivano soprattutto under 30 e in prevalenza donne, a Cornuda l’età è tra i 30 e i 40 anni.

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