La bella storia di Jiaqi «Italiano da marzo e cento al Sansovino»
Genitori cinesi, è nato a Tortona e vive a Oderzo da 9 anni «Qui ho messo radici, mi sento parte della comunità»

ODERZO. È uno dei centini usciti dall’esame di maturità all’istituto Sansovino e la sua storia rappresenta bene i tempi che corrono. Nato a Tortona, in Piemonte, diciannove anni fa, da genitori mercanti, trascorre la sua infanzia tra i tavoli di un ristorante di Biella. Poi le esigenze lavorative del padre, lo portano in Veneto, prima a Motta e poi a Oderzo dove, prima di approdare all’istituto per geometri, frequenta la quinta elementare e le scuole medie Amalteo. «Mi sento da sempre italiano, ma è solo da marzo che lo sono ufficialmente», dice Jiaqi Wang, origini cinesi che si è appena diplomato con il massimo dei voti. I suoi genitori provengono dal distretto rurale di QingTian (che significa Campo Azzurro) nella provincia di ZheJiang. In Italia, il 30% della migrazione cinese proviene da questa località, una zona montana, impervia e difficile, con poche risorse economiche, che ha una storia di migrazione verso l’Italia lunga cent’anni. «Sono andato nella terra di mio nonno più volte, ma, anche se vi tornerei per migliorare la lingua cinese, sento che è l’Italia la mia casa», dice Jiaqi Wang. Alle medie viene inserito in una classe di quasi solo stranieri, un gruppo non facile, con tante realtà, difficoltà diverse e disagi familiari. «Temevo di non riuscire ad affrontare le superiori, perché avevo l’impressione che i programmi fossero stati semplificati e ridotti per quella classe speciale. Importanti sono stati in quel periodo i professori Carbonere e Rossi», ricorda . Anche alle superiori è uno studente modello, ma lo studio non è più l’unica occupazione, arrivano le occasioni che lo fanno integrare socialmente: il gruppo di teatro della scuola, l’esperienza come rappresentante d’istituto, l’ammissione per merito ai campus estivi della Fondazione ColorYourLife, l’attività associativa con i Giovani per Oderzo, Spazio Zero e il Coordinamento Lgbt di Treviso, che si occupa di eventi culturali contro l’omofobia. «Una cosa molto importante per me», sottolinea. E aggiunge: «I cinesi non stanno molto tempo in un posto, infatti per motivi di lavoro si trasferiscono spesso, io sono stato fortunato, perché mio padre è a Oderzo da 9 anni e mi ha permesso di mettere radici, di creare relazioni. Mi piace salutare per strada la gente che conosco, mi fa sentire parte della comunità». Ora però si trasferirà a Milano, al Politecnico, per frequentare Architettura la passione che l’anno scorso lo ha portato fino in Lituania per uno stage Erasmus, nel prestigioso studio di Mykolas Svirskis. «Molto ho avuto dai miei docenti, in particolare dai prof Bet, Bidoia, Marostica e Scalco, insegnanti più di vita che di disciplina. Ora mi sento pronto per altri viaggi. Mio padre mi aiuterà con le spese, ma a sostenermi moralmente sono mio nonno e mia madre che da distanza seguono i miei successi scolastici e condividono le mie scelte». Con un 100 in tasca e tanta passione, Jiaqi è un nuovo-italiano di cui gli opitergini possono andare fieri.
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