Iveco Defence, nuove commesse dagli Stati Uniti ma resta l’incognita cessione
Il Gruppo con sede a Vittorio Veneto valuta di vendere la divisione per 1,5 miliardi. Il Comune rimette sul piatto l’ex Mafil: «Aperti al dialogo»

L’Iveco Defence di Vittorio Veneto è una delle industrie più performanti della città. Ha 85 dipendenti e si è consolidata dopo qualche attimo di rallentamento produttivo. Fabbrica di componentistica militare, si era specializzata nei lince, mezzi di trasporto tra i più sicuri. E ultimamente si sta orientando verso mezzi anfibi.
Le commesse dagli Usa
Una delle più recenti commesse è per 160 di questi pezzi e arriva dagli Stati Uniti. È comprensibilmente difficile avere notizie dall’interno. Gli stessi lavoratori oppongono un cortese, ma fermo, riserbo. Si sa, però, che non è loro dispiaciuta – neppure ai sindacati di riferimento – la prospettiva che una quota di quegli 800 miliardi di Rearm Europe possa approdare all’Iveco Defense che ha sede a Bolzano e una delle succursali storiche a Vittorio Veneto.
Anche se i sindacati restano preoccupati per il riassetto del Gruppo, tanto da chiedere l’apertura di un tavolo al Mimit.
La cessione
Iveco sta infatti verificando la possibilità di cedere la sua divisione Difesa (Iveco Defence Vehicle) con l’intento di raccogliere fino a 1,5 miliardi di euro. Secondo quanto riportato da Bloomberg, il gruppo italiano controllato da Exor starebbe dialogando con potenziali acquirenti, tra cui l’italiana Leonardo, che potrebbe presentare un’offerta in partnership con il suo alleato Rheinmetall. Ai piani alti di Piazza del Popolo si seguono con molta attenzione questi sviluppi. «Comunque vada – afferma Barbara De Nardi, assessore comunale al patrimonio – la Iveco rappresenta un punto di riferimento solido della nostra economia industriale. E pure dell’occupazione. Si tratta di lavoratori iperspecializzati che costituiscono un patrimonio di professionalità».
La proposta del Comune
Ecco, quindi, il rilancio del Comune: si tratta dell’ex Mafil, lo stabilimento attiguo alla Iveco e in alienazione, come ricorda e conferma il sindaco Mirella Balliana: «Chi è interessato si faccia avanti». Ripetuti i tentativi da parte delle amministrazioni succedutesi in piazza del Popolo di cederlo al Gruppo. Prove che non hanno mai avuto l’esito sperato, perché non si poneva in quegli anni la necessità di ampliamento. Ma adesso, o meglio in prospettiva, potrebbe accadere.
La divisione Iveco Defence ha sede principale a Bolzano e secondarie a Piacenza presso Astra e, appunto, a Vittorio Veneto, e produce veicoli per la difesa e di protezione civile. Nel 2024 ha realizzato ricavi pari a 1,13 miliardi in crescita del 15% rispetto al ’23.
Fa parte con Leonardo del consorzio Oto Melara che opera nel campo della difesa e a dicembre ha firmato un contratto con il ministero della Difesa per la fornitura di 1.453 autocarri tattico-logistici all’Esercito, una commessa del valore di 755 milioni di euro. Un automezzo militare tipo lince, però ancor meglio strutturato, è in produzione per l’Olanda. Poi c’è il Brasile con nuovi centauri.—
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