Iperattivo a scuola, alunno sarà trasferito

Carabinieri in una scuola primaria dell’opitergino-mottense chiamati dalla direzione scolastica ad intervenire nei confronti di un bambino disabile che aveva lanciato contro la maestra un tubetto di colla: i genitori indignati chiedono come mai siano state allertate le forze dell’ordine e non i servizi territoriali di competenza. Ora il ragazzino sarà trasferito in un altro istituto scolastico.
L’episodio di questo scolaro opitergino è solo l’ultimo di una lunga serie di drammi familiari e scolastici che stanno venendo a galla in tutta Italia negli ultimi giorni. Il caso di questo bimbo, affetto da iperattività e dislessia, è noto da tempo: le insegnanti non riuscivano a gestire sempre il bambino tanto che in questi anni si sono verificati numerosi problemi che hanno portato addirittura, oltre un anno fa, alcuni genitori a tenere i loro figli a casa fino a quando non si fosse trovata una soluzione.
La mamma del bambino racconta la sua versione dei fatti su quanto avvenuto a scuola martedì scorso. «Durante la lezione» racconta la donna «mio figlio stava chiacchierando con un compagno. La maestra lo ha richiamato e poi gli ha chiesto di uscire dalla classe. Il bambino le ha risposto di no e la maestra lo ha tirato per un braccio per portarlo fuori. Mio figlio allora si è divincolato e le ha tirato contro la colla. La maestra ha allora chiesto alla direzione scolastica di far intervenire i carabinieri che sono arrivati poco dopo. Io mi chiedo perché la dirigenza scolastica abbia chiamato i carabinieri e non i servizi sociali territoriali di competenza».
Circa un mese fa infatti, il tribunale dei minori ha tolto la potestà scolastica ai genitori. «La maestra» continua la mamma «ha anche chiesto di portarmi il bambino a casa, quando sa bene che non posso farlo perché il giudice mi ha tolto la potestà scolastica e io non posso quindi decidere di andare a prendere mio figlio a scuola a meno che non ci siano motivati problemi fisici. Le forze dell’ordine non hanno rilevato alcun pericolo e se ne sono andati. Mio figlio è poi rimasto a scuola fino al termine delle lezioni. Era davvero necessario far intervenire i carabinieri a scuola, spaventando e mortificando un bambino?» La domanda resta senza risposta: la direzione scolastica non ha fornito risposte.
Il direttore del distretto Paolo Michielin commenta: «Speravo che non succedesse e sicuramente non aiuta. Noi stiamo portando avanti un lavoro delicato per l’inserimento del bimbo in un’altra scuola». Senza entrare nel merito della vicenda, il dirigente scolastico in pensione Nicola Pellegrino commenta il delicato momento vissuto dalla scuola italiana. «La scuola oggi è in difficoltà» afferma il professor Pellegrino «Il ricorso ai carabinieri è esagerato: un insegnante è sempre prima di tutto un educatore e deve creare le condizioni migliori per lo svolgimento delle attività scolastiche, anche se a volte, lo so molto bene, è difficile. Per i bambini irrequieti ci sono diverse soluzioni dall’insegnante di sostegno fino all’assistente polivalente, dipende dalle situazioni. In questo senso i tagli alla scuola che si continuano a fare non aiutano. Non si possono tagliare gli insegnanti di sostegno e avere classi sempre più numerose».
Claudia Stefani
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