Iper e palasport finiscono dal giudice

Il caso Campolongo. Giovedì in tribunale a Treviso il processo con cui gli espropriati del Piruea chiedono la restituzione dei terreni
CONEGLIANO. Sempre più esplosiva la situazione del palasport e dell’iper progettato a Campolongo. Giovedì nel tribunale di Treviso è fissato il primo round del processo con cui alcuni degli espropriati di via Monticano chiedono al Comune di Conegliano la restituzione dei loro terreni. In vista anche un’altra causa civile e un ricorso al Tar. Intanto l’avvocato Luciano Faraon protesta contro il Comune.


La causa promossa dai residenti Eliseo e Giovanni Da Dalt, Vittorino Steffan, probabilmente giovedì verrà rinviata per sciopero degli avvocati. Il caso del Piruea «Il Quartiere dello Sport - Porta San Giuseppe» però fa discutere. La tesi dell’avvocato Luciano Faraon, che li patrocina, è chiara: «I miei clienti chiedono la restituzione di terreni dei quali hanno sempre conservato il possesso, continuando anche a coltivarli e a pagare le imposte. L’espropriazione per pubblica utilità da parte del Comune di Conegliano non si è mai perfezionata». Né si può perfezionare, secondo i ricorrenti, perché i termini di legge sarebbero abbondantemente scaduti.


La pubblica utilità del nuovo palazzetto dello sport fu dichiarata il 29 maggio del 1989. Sono passati 18 anni e i lavori sono rimasti bloccati - caso denunciato anche da «Striscia la Notizia» - per mancanza di finanziamenti prima, per project financing andati deserti dopo, fino al luglio di due anni fa, quando il consiglio comunale ha approvato il Piruea che coinvolge Cogemar srl, Ici srl, Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, Geoicoves Zoppas e Gandin Giorgio. L’accordo coi privati è stato in sostanza questo: completamento del palasport comunale e delle strutture collegate in cambio di insediamenti privati, uffici e appartamenti, e un iper da 244.963 metri cubi. Circa trenta milioni di euro di insediamenti privati della sola Cogemar, dieci milioni di euro vanno invece al Comune per il palasport. Piano approvato anche dalla Regione, con prescrizioni.


Dal decreto di occupazione d’urgenza, che risale al 1981, sono però passati ben più dei cinque anni previsti dalla legge. Il 23 maggio scorso il Comune di Conegliano ha pronunciato l’espropriazione, che verrà impugnata. Adesso i proprietari - «che il Comune vorrebbe liquidare col pagamento dei terreni come zona agricola» denuncia Faraon - protestano: non sono mai stati convocati neppure in una conferenza dei servizi. L’avvocato Luciano Faraon sta preparando un ricorso al Tar contro gli espropri e si riserva una terza causa, un’azione possessoria se i terrenni verranno occupati. Il legale denuncia un «giallo». Qualche settimana fa ha chiesto al Comune di Conegliano gli atti relativi all’espropriazione per poter presentare ricorso al Tar. Il Comune ha fatto presente questa richiesta alla Cogemar, chiedendo se vi fossero motivi di opposizione.


Durissima la reazione dell’avvocato Luciano Faraon, che contesta il rapporto tra amministrazione comunale e investitori privati: «Non si vede perché il rilascio di atti della pubblica amministrazione passi attraverso il «controllo» di chi sta eseguendo i lavori per conto del Comune. Il fatto che la Cogemar sia controinteressata non giustifica il mancato rilascio dei documenti necessari per la presentazione del ricorso al Tar. Ritengo il comportamento del Comune di Conegliano illegittimo e insisto per l’immediato rilascio della copia degli atti richiesti. La Cogemar non può certo fare opposizione».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso