«Io miracolato, non vi scorderò»

Rosario, unico superstite della strage di Romano, è a casa e prega per i tre morti

LORIA. Rosario Briganti, l'unico sopravvissuto al terribile incidente stradale verificatosi a Romano e costato la vita a tre giovanissimi, è stato dimesso dall’ospedale di Bassano.

Con il rimorso nel cuore, il diciannovenne ha pianto dal suo letto d'ospedale i tre amici morti nel drammatico schianto sulla strada statale 248 Marosticana avvenuto nella serata di martedì 8 luglio.

Dopo aver perso il controllo della Ford Fiesta, Briganti che si trovava alla guida della sua auto, si è prima schiantato frontalmente contro una Mercedes Classe A, poi aveva finito la folle corsa ribaltandosi in un campo lungo la strada.

Nell’impatto hanno perso la vita Amir Mercevski, 19 anni residente a Ca’ Rainati, di origine macedone, Hamlet Etemovski, 21, anche lui macedone residente a Mussolente (nel Vicentino), il 17enne di origine albanese,Jurge Hasku, pure lui di Mussolente.

Rosario, che abita a Loria, si è salvato per miracolo.

Sul suo profilo Facebook ricorda i tre amici. «Eravamo un team, amici, fratelli, una famiglia e lo resteremo ancora»,ha scritto nei giorni scorsi, «appena starò meglio farò qualcosa per voi, per dimostrarvi che non mi dimenticherò mai di voi». Parole digitate su una tastiera con la morte nel cuore.

I quattro amici si erano conosciuti tra i banchi di scuola del Centro di Formazione Professionale di Fonte Alto. Tutti e quattro con una grande passione per i motori.

Poi quello schianto ha spezzato la vita di tre di loro tra le lamiere contorte di un’auto. Ricoverato in condizioni subito apparse gravissime, Briganti per giorni non ha saputo nulla ufficialmente della morte dei tre amici, ma ha subito immaginato il loro destino guardando le facce di chi lo andava a trovare. «Il secondo giorno che ero in rianimazione», ha postato su Facebook, «mi sono svegliato. Ero pieno di farmaci e capivo appena. Ho aperto gli occhi, ho chiesto a mio padre: “Dove sono gli altri?”. Tutti cercavano di cambiare discorso per non scioccarmi, stavo troppo male...Tutti quegli occhi mi osservavano dietro al vetro, ho immaginato che era tutto grave, ero intubato e non ricordavo nulla dell'incidente. Tutt’ora non sto bene, sono pieno di traumi, è un miracolo che non mi sia fuoriuscito il midollo rischiando una paralisi. Me la sono vista brutta, ma mi faccio forza pensando ai miei fratelli che da lassù mi guardano e mi vogliono forte, almeno io che sono stato miracolato! Addio, fratelli, non vi scorderò mai».

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