Invasione di mosche, arriva il “detective”

Casa infestata vicino all’impianto di compostaggio, Contarina: «Non capiamo da dove arrivino, ci affidiamo a un esperto»

TREVIGNANO

Lunedì, tempo permettendo, sarà al lavoro un esperto per cercare di capire l’origine del fenomeno che da oltre un anno sta rendendo la vita impossibile nella villetta vicina all’impianto di compostaggio di Contarina a Signoressa. La casa di Simone Favero e Cecilia Santagata, marito e moglie con tre figli, da oltre un anno subisce una invasione di mosche che rende loro la vita impossibile. Né disinfestazioni né cambi di stagione hanno mutato la situazione: le mosche in quantità impressionante continuano ad assediare l’abitazione.

Per fare il punto della situazione e vedere quali possibili soluzioni adottare ieri mattina c’è stato un summit in municipio tra il sindaco Ruggero Feltrin, Contarina e Arpav. E in quella sede Contarina ha spiegato che di avere incaricato un esperto per individuare il tipo di mosche che ha infestato la zona e scovare l’origine del fenomeno. Per Cecilia Santagata sull’origine non ci sono dubbi: le mosche sono arrivate dopo che è stato riavviato in gestione provvisoria l’impianto di compostaggio dopo lavori milionari di ampliamento e ammodernamento. Ma Contarina suppone che ci siano anche altre fonti e quindi ha incaricato un esperto per svelare il giallo e trovare una soluzione.

«Contarina ha spiegato che il monitoraggio fatto sulle trappole collocate attorno all’impianto di compostaggio dà una densità di mosche inferiore a quello che si rileva nell’abitazione», spiega il sindaco di Trevignano, Ruggero Feltrin, «perciò hanno incaricato un esperto di effettare un’apposita indagine per capire il tipo di mosche e da dove abbiano origine. Quindi lunedì inizierà questo monitoraggio nell’abitazione di Cecilia Santagata. Contarina ha infatti sostenuto che potrebbero esserci anche altre fonti all’origine di questa infestazione di mosche e cercherà di individuarle, perché non si riscontra tale concentrazione né all’interno dell’impianto né negli immediati paraggi. Ha provveduto anche a sostituire le cupoline sul tetto dell’impianto, perché le fessure che c’erano potevano consentire la diffusione delle mosche. Insomma non sanno spiegarsi perché nella casa vicina ci siano così tante mosche da rendere invivibile la vita a quella famiglia e cercheranno di capirlo».

Ma nella zona non ci sono allevamenti, discariche o attività varie che possano favorire una simile proliferazione di mosche e per Cecilia Santagata l’origine del fenomeno contro cui sta combattendo da più di un anno ha una unica fonte: quell’impianto di compostaggio vicino a casa. «La situazione in cui si trovano a vivere Cecilia Santagata e la sua famiglia è insopportabile, su questo non ci sono dubbi», precisa il sindaco di Trevignano, «adesso è fondamentale che in un modo o in un altro venga trovata una soluzione definitiva a tale fenomeno. Quella invasione di mosche va stroncata». —



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