Intossicati dal monossido: in otto all’ospedale, ci sono anche due bimbi

Doppio intervento di vigili del fuoco, Suem e carabinieri nella serata di sabato 28 dicembre: a Treviso una famiglia ha accusato i malori durante una cena per le feste, a Zero Branco tre donne sorprese dal “killer silenzioso”

L'interno di una camera iperbarica
L'interno di una camera iperbarica

Nella serata di sabato 28 dicembre, i carabinieri, insieme ai vigili del fuoco e al personale sanitario del 118, sono intervenuti in due distinti episodi di intossicazione da monossido di carbonio a Treviso e a Zero Branco.

Il primo intervento in un’abitazione di via dei Brilli a Treviso, dove una famiglia di origine argentina si era riunita per le festività natalizie. Al loro arrivo, i soccorritori hanno trovato una donna di 36 anni e un bambino di 5 anni, sorella e nipote del proprietario di casa, che accusavano malori e sono stati immediatamente trasportati all’Ospedale di Mestre per essere sottoposti a trattamento in camera iperbarica.

Altri tre membri della famiglia – un uomo di 21 anni, una bambina di 3 anni e un ragazzo di 18 anni – sono stati invece trasferiti all’ospedale di Treviso per accertamenti, ma sono stati dimessi poco dopo.

Secondo le prime indagini dei vigili del fuoco, l’intossicazione è stata causata dal malfunzionamento di un tubo della stufetta a gas situata nel bagno. Nessuno degli interessati è in pericolo di vita. La donna e il bambino restano sotto osservazione.

Sempre nella serata del 28 dicembre, un’altra segnalazione di intossicazione da monossido di carbonio ha richiesto l’intervento dei carabinieri, dei vigili del fuoco e del personale Suem in un’abitazione di via delle Rose a Zero Branco.

All’interno della casa si trovavano tre donne di 89, 58 e 33 anni, tutte trasportate prima all’ospedale di Treviso per accertamenti e poi alla camera iperbarica di Padova. Anche in questo caso, fortunatamente, nessuna delle persone coinvolte è in pericolo di vita.

I vigili del fuoco hanno individuato nella caldaia malfunzionante la probabile causa dell’intossicazione e hanno diffidato i proprietari dall’utilizzarla fino alla completa riparazione certificata.

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