Indagato il titolare dell’azienda

Ventenne schiacciato, la Procura vuole verificare eventuali responsabilità dell’impresa di Maserada
Di Marco Filippi
INFORTUNIO MORTALE IRON CASTING MANCASALE.MUORE SCHIACCIATO DA UNA LASTRA DI METALLO
INFORTUNIO MORTALE IRON CASTING MANCASALE.MUORE SCHIACCIATO DA UNA LASTRA DI METALLO

Il sostituto procuratore emiliano Giulia Stignani ha iscritto nel registro degli indagati il nome dei titolari della “Alessandrini Graziano srl”, l’azienda di Maserada per la quale lavorava Vincenzo Romano, l’operaio trevigiano di 20 anni, morto nel pomeriggio di martedì mentre eseguiva lavori di manutenzione sui macchinari della fonderia “Iron Castings” di Mancasale, in provincia di Reggio Emilia. È un “atto dovuto” precisano in procura, in attesa che le indagini della polizia e dei tecnici del servizio prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro facciano il loro corso. Sotto la lente d’ingrandimento delle indagini, ci sono, com’è prassi in casi come questi, la formazione del lavoratore ed il rispetto delle norme di sicurezza. Non ci sono, invece, indagati, tra i vertici della “Iron Castings”, e ciò fa capire come, secondo la procura emiliana, i lavori di manutenzione del macchinario, dove ha perso la vita il giovane trevigiano, fossero di esclusiva competenza dell’azienda di Maserada, che si occupa di impianti e manutenzione di fonderie. La magistratura, inoltre, non ha ancora rilasciato il nulla osta per la sepoltura della salma del ragazzo, originario di Napoli, ma nella Marca da quand’era piccolo. Nonostante la procura abbia manifestato l’intenzione di non disporre l’autopsia, non è escluso che siano gli stessi familiari a chiederla.

I sindacati del capoluogo emiliano, all’indomani della tragedia sul lavoro che ha visto la morte del giovane operaio trevigiano, si sono mobilitati. «Premesso che saranno le indagini a stabilire eventuali responsabilità - precisa Sergio Guaitolini, segretario provinciale della Fiom Cgil – ma il fatto che l’infortunio sia accaduto ad un lavoratore di una ditta esterna e molto giovane fa sorgere interrogativi sulla formazione effettuata e sul rispetto di tutte le norme di sicurezza, visto che troppo spesso la competitività viene giocata anche sulla mancata formazione antinfortunistica dei lavoratori e sul non rispetto di tutte le norme per ridurre i tempi e quindi i costi».

Uno dei titolari dell’azienda di Maserada, Giuseppe Alessandrini, è ancora sotto choc per la morte del suo operaio. «Per me - dice con un filo di voce - Vincenzo era come un figlio. Perché l’azienda è per noi una grande famiglia. Era un ragazzo che avrebbe fatto strada ed il dolore è ancor più grande per questo motivo. Una perdita enorme. A livello di sicurezza, la nostra azienda è sempre stata all’avanguardia. Se in 50 anni di attività, fino a due giorni fa, non è mai successo nulla di grave, qualcosa vorrà pur dire. I nostri operai frequentano regolarmente i corsi sulla sicurezza e Vincenzo ne aveva appena terminato uno. Purtroppo c’è sempre un piccolo margine di rischio».

Nel frattempo la famiglia di Vincenzo Romano si è chiusa nel silenzio e nel dolore. Parenti ed amici si sono stretti attorno al papà Giovanni Romano, muratore alla "Biasuzzi", alla madre Loredana Caputo, collaboratrice scolastica al liceo "Canova" ed ai fratelli Domenico e Carmen.

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